In questi prossimi giorni di febbraio di questo inverno tropicale, dovrebbero cominciare i lavori EAV per i previsti Interventi di compatibilizzazione urbana.
I progetti sono stati presentati e illustrati presso il Comune di Pompei dalla EAV nel proprio ruolo di concessionario degli interventi di compatibilizzazione urbana della Stazione e della linea ferroviaria EAV di Pompei- Poggiomarino. L’incontro è stato convocato dal Sindaco Carmine Lo Sapio il quattordici novembre scorso. L’EAV nell’occasione ha dunque consegnato il Progetto esecutivo di Piazza Bartolo Longo durante una riunione cui hanno partecipato, oltre al Comune di Pompei, ospite ospitante, anche i rappresentanti del Pontificio Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, del Parco Archeologico di Pompei, dell’Unità Grande Pompei e della Ditta esecutrice dei lavori.
La Piazza Bartolo Longo, in gran parte della sua estensione è comunque tra gli altri interventi di compatibilizzazione urbana, i quali però prevedono anche la Illuminazione del Campanile e del complesso monumentale, oltre che il potenziamento e la rifunzionalizzazione della Stazione EAV di Pompei Santuario.
L’intervento, che prevede la “riqualificazione e la riconfigurazione” delle aree antistanti il Santuario è stato dettagliatamente descritto dai progettisti del concessionario, ma già i cittadini pompeiani ne discutono le soluzioni, ponendosi su variegate posizioni critiche. L’aumento della superficie esterna del sagrato – che fa diminuire le aree verdi – viene bollata come frutto di interferenze incrociate, a tacitazione dell’eterna querelle in atto tra Comune e Prelatura sulla esatta estensione delle aree antistanti il vecchio Santuario. Esso fu ampliato alla fine degli anni Trenta del Novecento, ma senza invasione della sede stradale della ex Strada Statale N°18, oggi obliterata in quel tratto, peraltro breve.
Insomma, un inestricato guazzabuglio storico-territoriale troverebbe così una soluzione di tacita intesa bilaterale finora vincente nella Città nuova.
Con tale Intervento si conclude dunque la fase del Progetto di recupero di Piazza Bartolo Longo e di illuminazione del Campanile del Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. E i lavori della Piazza dovrebbero essere conclusi entro quest’anno 2024. Noi, prudentemente, aspettiamo la chiusura prima di tirare le somme con saldo positivo. E ne abbiamo motivo.
Il Progetto EAV in corso non procede infatti con la necessaria velocità.
E’ fortemente atteso il Parcheggio interrato, anche se in avanzata costruzione, per circa quattrocento posti auto e sono attesi altresì i sottopassi, famosi anche se discussi. Oggi però i sottopassi – almeno i due principali – sono considerati indispensabili dalla gran parte dei cittadini, per la evidente crisi del traffico che soffoca quotidianamente Pompei. E falcidia il Commercio.
Il Progetto EAV infine prevede anche la ristrutturazione della rete fognaria della antica Via Nolana, attraverso il suo potenziamento. Sarà realizzato infatti un nuovo sistema di deflusso delle acque di pioggia, che – ad ogni nubifragio – costituiscono un serio problema di allagamenti incontrollati della stessa Via Nolana. Tale ristrutturazione dovrebbe coinvolgere anche la sua maglia cinematica periurbana, angusta e insufficiente, che è stata troppo a lungo difesa a spada tratta da alcuni nuclei familiari controinteressati, organizzatisi in Comitati di pressione e opposizione. Essi hanno, in ogni caso, la responsabilità di avere rallentato e non poco – l’attuazione del progetto EAV, minacciato oggi nella sua integrità originaria dall’aumento generale dei prezzi. Ma nessuno pagherà il conto, come è prassi consolidata nel nostro Belpaese.
Tra gli interventi puramente tecnici del prgetto EAV va ricordato però anche quello della rifunzionalizzazione della Stazione Pompei Santuario, la quale sarà aggiornata tecnologicamente, con prospettive possibili di sua utilizzazione come Stazione di testa “da e per” l’Agro sarnese.
A Pompei, intanto e per ora, sono al via ad horas soltanto i lavori per la riqualificazione di Piazza Bartolo Longo.
Ma chi vivrà vedrà.