Parliamo di donne, donne comuniste, anzi ragazze, Le ragazze di Via dei Fiorentini, Una inedita storia di relazioni femminili nel PCI-PDS-DS a Napoli, un libro a cura di Giovanna Borrello che contiene testi di: Titti Marrone, Giovanna Borrello, Angela Francese, Pina Orpello, Alberta De Simone, Roberta Calbi, Maria Fortuna Incostante, Alessandra Macci, Patrizia Ferrione, Giovanna Martano, Susy Esposito, Valeria Valente, Laura Capobianco, Floriana Coppola, Cristina Donadio, Maria Rosaria Forni. Il titolo riecheggia il romanzo di Pratolini, Le ragazze di san Frediano ma prende nome dal luogo della militanza di partito, appunto via dei Fiorentini a Napoli, sede poi dismessa del partito comunista e luogo sacro della sinistra partenopea.
Per presentare il libro, ci si è incontrati giovedì 13 marzo nella Casa del popolo di Ponticelli con Patrizia Ferrione, Berardo Impegno, Patrizia Limatola, ha coordinato Imma Colonna. Libro collettivo, 16 contributi molto diversi tra loro ma accomunati da due elementi: il luogo della militanza e la relazione con Graziella Pagano, comunista e femminista, punto di riferimento per le donne di sinistra, la leonessa che ci ha lasciato qualche anno fa. Il libro, con introduzione di Titti Marrone, è fatto di contributi individuali, una microstoria che confluisce nella grande storia della sinistra negli anni ’70. Imma Colonna descrive questa generazione di donne con un significativo aggettivo: battagliera. Definisce questo libro un’autobiografia di gruppo in cui emerge la dimensione individuale e collettiva senza cadere nella nostalgia del come eravamo. Comune la passione travolgente per la politica a partire dalla formazione culturale filosofica. Patrizia Ferrione, autrice di un contributo del libro riflette sulle motivazioni che spingono alla politica: il male di vivere individuale che confluisce nella storia comune come cura dell’altro. Un racconto di formazione di quelle donne che, fatto tesoro dell’esperienza comunista e del femminismo, parlano di donne ad altre donne. Particolare attenzione la Ferrione ha riservato alle relazioni invischianti che si vivevano all’interno del partito, dimensione politica e sentimentale, spesso vissute insieme, trovavano la loro ragion d’essere all’interno dei locali di via dei Fiorentini. Non era facile far convivere politiche di parità di genere in un partito fallologocentrico che imponeva alle donne ruoli subalterni e ambiti ristretti di azione, fondandosi su una rigida morale. Fu tuttavia una felice esperienza politica da cui nacque nel 1986 la Carta delle donne contaminazione tra femminismo e donne comuniste che, in crisi dopo la morte di Berlinguer, cercarono nella forza sociale femminile il senso di una nuova politica.
All’incontro ha partecipato Berardo Impegno, politico di lungo corso del PCI prima e del PDS poi. La sua riflessione è partita da una considerazione: mancando una storia del partito comunista a Napoli, bisognerà fare i conti con quanto narrato in questo libro. I temi ripresi e rilanciati dalle donne sono temi che nascono maschili: l’autorità e la famiglia, la sessualità. Esistevano divergenze e conflitti ma, comunque, le difficoltà e le differenze interne al partito, anche quelle di genere, risultavano superate dalla presenza di un comune orizzonte politico di attese ed ideali. Cosa che oggi è completamente perduta. L’intervento di Impegno e di altre voci maschili nell’incontro, uomini profondamente impegnati nel sociale, ha lasciato comunque la sensazione che, tutto sommato, c’è ancora da lavorare anche nell’area progressista. Molti degli intervenuti, più che sviluppare una sana autocritica del passato, rivendicavano i loro meriti politici in un diffuso senso di rimpianto e di tempo irrimediabilmente perduto la cui ricerca oggi è impossibile.
Le ragazze di via dei Fiorentini hanno aperto e spianato una strada che comunque, anche da sinistra, non è stata completata e in cui i lavori in corso dureranno ancora del tempo.