Un recente dibattito, tenutosi all’Ordine degli Architetti e Pianificatori di Napoli e Provincia, sul tema: “Sviluppo Urbano, Rigenerazione ed Emergenza”, promosso dall’Arch. Antonio Cerbone, ha trattato la problematica delle Condizioni Limite per l’Emergenza (CLE, acronimo da pronunciare tal quale) che nasce, come esigenza pianificatoria, dalle drammatiche esperienze del terremoto aquilano.
Poi la legge 77 del 2009 ha reso obbligatoria la adozione delle CLE per i Comuni italiani che ne hanno la competenza primaria. Ma poco altro è successo fino ad oggi.
Per avvicinare il lettore alla questione, precisiamo che le CLE sono parametri che indicano il livello oltre il quale una struttura o un “sistema urbano” non è più in grado di garantire la sicurezza o l’agibilità in caso di eventi estremi, come terremoti o altre calamità naturali prevedibili o no. E, in urbanistica, le CLE sono rilevanti perché aiutano a valutare la resilienza delle infrastrutture urbane e degli edifici in contesti di rischio.
Da qui la particolare competenza degli architetti, che potranno esser idonei interlocutori dei Sindaci. L’analisi preventiva delle CLE serve per pianificare interventi di adeguamento e mitigazione del rischio, aumentando la sicurezza della popolazione insieme con la capacità di risposta delle città, non soltanto in casi estremi, come un terremoto, ma anche in casi di singoli eventi emergenziali. L’inclusione delle CLE nella pianificazione urbana, infatti, permette di progettare spazi e costruzioni che non solo rispettino le norme, ma siano anche preparati per emergenze. Ciò però avviene soltanto garantendo un migliore coordinamento con Organismi come la Protezione Civile e altre autorità competenti.
Le CLE, quindi, sono uno strumento integrativo della pianificazione urbanistica e territoriale di cui tutti i comuni, anche quelli di modeste dimensioni, dovrebbero dotarsi. In provincia di Napoli, poi, stante la conurbazione praticamente ininterrotta, la pianificazione dovrebbe essere di adeguato livello territoriale sovracomunale.
L’argomento, che si affaccia a nuovi orizzonti urbanistici, è stato illustrato da architetti della Co.A.P.S.A., altro Acronimo che si pronuncia tal quale e corrisponde alla Commissione protezione civile e sicurezza abitativa: l’Urbanista Lucrezia Chiapparelli e l’Architetto Francesco Donniacono.
Essi hanno illustrato le peculiarità delle CLE come nuovo strumento di una pianificazione attenta, partendo da un’accurata analisi del territorio i cui risultati possono esser collocati su piattaforme aggiornabili, accessibili da remoto, con una app dedicata, da parte dei cittadini.
Hanno partecipato all’incontro anche Dirigenti e Politici della Regione Campania, nonché rappresentanti della Protezione Civile, oltre che Sindaci e assessori di alcuni comuni della Città Metropolitana di Napoli. Con il loro contributo si è fatto il punto sulla situazione reale e sulle numerose difficoltà le quali rallentano la pianificazione in chiave CLE.
Un valido contributo potrà venire anche dall’Università Federico II, che ha presentato un progetto sostenuto dalla tecnologia dei sistemi GIS. Un programma che potrà svilupparsi con la sua adozione da parte degli Architetti. E ciò non è poco…