«Certo, per dire il vero, Cleopatra non era eccessivamente docile; Lady Macbeth, a quanto pare, non mancava di volontà; Rosalinda, si può dedurre, era un’interessante ragazza… Siccome non siamo storici, possiamo andare oltre e dire che le donne hanno illuminato come fiaccole le opere di tutti i poeti dagli inizi dei tempi (…). Da tutto ciò emerge un essere molto strano e composito. Immaginativamente, la sua importanza è estrema: praticamente, la sua insignificanza è totale. Ella pervade la poesia, da una copertina all’altra; invece dalla storia è quasi assente. Ella domina la vita dei re e dei conquistatori nella letteratura d’immaginazione; nella realtà era schiava di qualunque ragazzo i cui genitori le avessero messo per forza un anello al dito. Dalle sue labbra escono alcune fra le più ispirate parole, alcuni dei più profondi pensieri della letteratura: nella vita reale non sapeva quasi leggere, scriveva molto faticosamente, e si annoverava fra i beni materiali del marito.»
Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé.