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LE CITAZIONI: Urbinati. Il populismo, una sfida alla democrazia

by Ernesto Scelza
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Nadia Urbinati, politologa e storica della filosofia, insegna Scienze politiche alla Columbia University di New York. Ha pubblicato saggi sul liberalismo, Stuart Mill, Carlo Rosselli. Quello citato è un testo del dicembre del 2022 e introduce l’edizione italiana di “What Is Populism?” di Jan-Werner Müller, un classico degli studi sul populismo contemporaneo.

 

«Il populismo è un fenomeno che divide e impone di schierarsi. Non diversamente da altre categorie politiche, anche questa è controversa; è inoltre polemica, usata per accusare leader, idee e movimenti politici di destra come di sinistra. È per questo molto utilizzata da leader e partiti centristi che fanno dell’opposizione al populismo la loro bandiera per accreditarsi come moderati presso gli elettori. Il problema è che il populismo vanifica ogni pretesa di moderazione. Si potrebbe dire che il populismo radicalizza la sfera politica in tutte le sue componenti, rendendo, se così si può dire, tutti populisti, se non altro nella propaganda e nello stile del discorso, che è opposizionale, a tratti manicheo, intollerante con chi non sta dalla propria parte.

La natura polemica e l’uso quotidiano che ne fanno i mass media e i politici rendono il termine “populismo” difficile da trattare come oggetto di studio (…). Anche tra gli studiosi, la discussione “su” populismo rischia di diventare, e spesso diventa, una discussione “pro” o “contro” il populismo. In aggiunta, non essendo il populismo un regime politico ma una trasformazione interna alla democrazia rappresentativa, la sua relazione con forme autoritarie e perfino con rischi di cambio di regime resta un timore più che una certezza; ma, come timore, riesce a colorare di giudizi di valore di ogni seppur sincero tentativo analitico (…).

Il populismo (è) anche e prima di tutto una strategia di potere; ci invita inoltre a pensare alla politica democratica non solo come competizione per conquistare la maggioranza ma anche – e insieme – come dialettica politica tra posizioni diverse, una ginnastica di pluralismo e di tolleranza che vuole che l’opposizione sia sempre parte del processo. La democrazia come lavoro insieme di maggioranza e opposizione è quel che il populismo cerca di atterrare, esaltando solo il ruolo della maggioranza populista – ovvero del popolo «vero» come diceva Trump. Il populismo è una sfida al carattere pluralistico della politica democratica e alle sue procedure, castigate come astuzie per avvantaggiare chi è già avvantaggiato. È un tentativo, a volte riuscito, di impossessarsi delle categorie democratiche – del popolo e della maggioranza, delle elezioni e della rappresentanza. Benché non sia un regime a sé stante, ma una forma di politica e di governo parassitica della democrazia elettorale, il populismo ha il potere di trasformare nella concezione e nella pratica le istituzioni e le procedure della democrazia. È un fenomeno di «trasformazione della democrazia rappresentativa», una sfida lanciata all’«establishment» sulla rappresentanza del popolo. Internet e la trasformazione pubblicitaria e personalistica della politica, anche in seguito al declino dei partiti-organizzazione-e-partecipazione, hanno facilitato in anni recenti la scalata populistica alla democrazia (…).

Il populismo nasce indubbiamente all’interno di società democratiche o in via di democratizzazione e, benché non determini un mutamento di regime, può tuttavia facilitare l’affermazione di forme autoritarie o maggioritariste di democrazia. In questo esso è una sfida aperta e diretta alla divisione dei poteri, all’indipendenza del potere giudiziario, ovvero alla democrazia costituzionale.

(…) Nella retorica dei suoi difensori, il populismo rappresenta una politica che rifiuta la partitocrazia e che reclama un’aura di spontaneità popolare che non dispiace ai difensori dei governi tecnocratici (della governance contro il governo), anch’essi desiderosi di sbarazzarsi della politica di parte nel nome della competenza e della politica dei “dati” oggettivi e inconfutabili che rappresentano l’interesse nazionale sopra gli interessi partitici. (…)

La questione pressante è: “come possiamo negare che il populismo sia democratico, o una forma di democrazia, dato che non contesta la regola principe della democrazia ma ne reclama anzi la sincera affermazione?” e poi “che cosa fa essere il populismo in tensione con la democrazia benché entrambi riposino sullo stesso principio e reclamino di essere governo del popolo e attraverso il popolo?”.»

Nadia Urbinati, Un fenomeno democratico dagli esiti incerti.

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