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LE CITAZIONI: Solženicyn, la giustificazione del male

by Ernesto Scelza
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Nell’agosto del 2008 moriva “il grande vecchio” dell’opposizione “dissidente” al regime sovietico degli anni cinquanta e sessanta, Aleksàndr Isaevič Solženicyn. Fece conoscere al mondo la realtà dei “gulag”. Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1970, quattro anni dopo venne espulso dall’Urss, dove rientrerà nel 1994.

 

«Ma quando la grande letteratura mondiale dei secoli scorsi ci propina sempre nuove immagini di nerissimi malvagi, come fanno Shakespeare, Schiller, Dickens questo già ci sembra un teatro delle marionette, oggi imbarazzante e inaccettabile.

Come sono dipinti quei malvagi? Ognuno di loro si riconosce tale, riconosce nera la sua anima.

Ragionano proprio cosi: non posso vivere senza fare del male.

Voglio aizzare mio padre contro mio fratello, bearmi delle sofferenze della mia vittima! Jago chiama esplicitamente neri, nati dall’odio, i suoi fini e impulsi.

Cosi non succede.

Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene o come una legittima, assennata azione. La natura dell’uomo è, per fortuna, tale che egli sente il bisogno di cercare una GIUSTIFICAZIONE delle proprie azioni. Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi shakespeariani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano di ideologia.

L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio. Occorre la teoria sociale che permette di giustificarci di fronte a noi stessi e agli altri, di ascoltare, non rimproveri, non maledizioni, ma lodi e omaggi. Così gli inquisitori si facevano forti con il cristianesimo, i conquistatori con la glorificazione della patria, i colonizzatori con la civilizzazione, i nazisti con la razza, i giacobini (vecchi e nuovi) con l’uguaglianza, la fraternità, la felicità delle future generazioni.

Grazie all’IDEOLOGIA è toccato al secolo XX sperimentare una malvagità esercitata su milioni. La malvagità è inconfutabile, non può essere passata sotto silenzio né scansata: come oseremo insistere che i malvagi non esistono? Chi annientava quei milioni? Senza malvagi non sarebbe esistito l’Arcipelago.»

Aleksàndr Solženicyn, Arcipelago Gulag. Trad. Maria Olsufieva.