Il 12 dicembre 1969, una bomba nella “Banca nazionale dell’agricoltura” di Piazza Fontana a Milano fa 17 morti e 88 feriti. Nel commemorare l’anniversario il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la definisce “Una ferita nella vita e nella coscienza della nostra comunità, uno squarcio nella storia nazionale”, mentre “l’impronta neofascista della strage è emersa con evidenza nel percorso giudiziario, anche se deviazioni e colpevoli ritardi hanno impedito che i responsabili venissero chiamati a rispondere dei loro misfatti”. Al contrario le indagini, da subito, seguono la “pista anarchica”, accusando della strage Pietro Valpreda. Pino Pinelli, ferroviere anarchico milanese, nel corso di un interrogatorio precipita dai locali della Questura milanese e muore. La moglie, Licia, per cinquant’anni, non ha smesso di chiedere verità su quella morte e giustizia. È venuta a mancare lo scorso 11 novembre.