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LE CITAZIONI: Sen, la povertà e la disuguaglianza

by Ernesto Scelza
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L’economista e filosofo indiano Amartya Sen, Premio Nobel per l’economia nel 1998, nei brevi saggi raccolti in queste pagine, indica i problemi che ostacolano il pieno sviluppo economico e democratico del suo paese. E del mondo globale contemporaneo afflitto dalle medesime piaghe.

«Ingiustizia, disuguaglianza, povertà, fame, dispotismo, ignoranza, esclusione, sfruttamento: il mondo moderno è afflitto da molte piaghe, e noi abbiamo tutte le ragioni per contrastarle con la massima fermezza. La lotta può assumere toni piuttosto duri, perché ci si deve confrontare con barriere assai difficili da abbattere. La difficoltà è acuita dal fatto che non di rado ci tocca affrontare forze ferocemente ostili all’introduzione dei cambiamenti necessari per eliminare questi intollerabili fenomeni. (…) C’è di che riflettere seriamente, perché in realtà la miseria e la diffusa disuguaglianza sono fenomeni già in sé abbastanza orribili da giustificare ampiamente l’impegno per la loro eliminazione – anche qualora non producessero ulteriori effetti negativi per via di qualche connessione indiretta. Come la virtù ha in sé la sua ricompensa, così la povertà ha in sé, quanto meno, il suo castigo. Cercare altri motivi per combatterla, appellandosi al suo nesso con la violenza e la contesa, può forse ampliare lo spettro argomentativo, ma può anche indebolire il ragionamento. Scorgere questo pericolo non significa negare che la povertà e la disuguaglianza possano avere – ed anzi abbiano – legami gravidi di conseguenze con scontri e conflitti, ma che tali legami debbano essere esplorati e accertati con la dovuta cura e con empirica determinazione. La tentazione di cedere al riduzionismo economico può talvolta rivelarsi efficace per sostenere quella che consideriamo una giusta causa (e può avere il vantaggioso effetto di corroborarci con la soddisfazione di mettere un po’ di paura, agitando il pericolo di sanguinose violenze, ai soggetti eticamente torpidi), ma è una via essenzialmente inaffidabile, che può finire per danneggiare l’etica politica.»

Amartya Sen, Un desiderio al giorno.