“A turbare i baccanali sorse sullo scorcio del secolo frate Geronimo Savonarola, e parve l’ombra scura e vindice del medio evo che riapparisse improvviso nel mondo tra frati e plebe, e gitta nel rogo Petrarca, Boccaccio, Pulci, Poliziano, Lorenzo e gli altri peccatori, e rovescia il carro di Bacco e di Arianna, e ritta sul carro della Morte tende la mano minacciosa e con voce nunzia di sciagure grida agli uomini: Penitenza! Penitenza!”. Con queste parole, Francesco De Sanctis, nella sua “Storia della letteratura italiana”, presenta l’irrompere della predicazione del frate domenicano Girolamo Savonarola nella Firenze di fine Quattrocento.
«“Vox dicentis clama”. Una voce che dice chiama: O Italia, “propter peccata tua venient tibi adversa” (a causa dei tuoi peccati ti arriveranno le avversità) O tutte le città d’Italia, egli è venuto il tempo di punire ’e vostri peccati. O Italia, per la tua lussuria, per la tua avarizia, per la tua superbia, per la tua ambizione, per le tue rapine ed estorsioni verranno a te di molte avversità, verranno a te di molti flagelli. Vox dicentis clama, una voce che dice, chiama: “O Florentia, propter peccata tua venient tibi adversa”. O Firenze, o Firenze, o Firenze, per li tuoi peccati, per la tua sevizia (crudeltà, efferatezza), per la tua avarizia (avidità), per la tua lussuria, per la tua ambizione verranno ancora a te di molte traverse e di molti affanni. “Vox dicentis clama”. E che chiami? O chierica, chierica, chierica (la chierica dei religiosi), “propter te orta est haec tempestas” (a causa tua è nata questa tempesta); o chierica, che sei la principale cagione di questi mali, per il tuo mal fare viene questa tempesta; per li tuoi peccati sono apparecchiate di molte tribolazioni; guai, guai, dico a chi arà chierica in capo!»
Girolamo Savonarola, Prediche sopra Aggeo, (predica del 1 novembre 1494).