Il filosofo giapponese Kohei Saito, introducendo nuove fonti pubblicate solo di recente (i quaderni di Marx incentrati sullo studio delle scienze naturali, di cui Saito è co-curatore), può sostenere che “non è possibile comprendere tutta la portata della critica dell’economia politica” di Marx “se si ignora la sua dimensione ecologica”, la contraddizione definitiva del capitalismo.
«Quello a cui stiamo assistendo oggi è un momento storico in cui la “fine della storia” è finita, almeno nel modo previsto da Francis Fukuyama. Con l’attuale crisi ecologica che si aggrava rapidamente, la dichiarazione di Fukuyama dopo il crollo dell’URSS secondo cui il capitalismo avrebbe realizzato la libertà e la democrazia in tutto il mondo si sta avvicinando a un vicolo cieco del tutto inaspettato: “la fine della storia” della civilizzazione umana”. In effetti, la crisi ecologica è continuata, accelerando sotto diverse forme, come il collasso climatico, l’ossidazione degli oceani, l’alterazione del ciclo dell’azoto, la desertificazione, l’erosione del suolo e l’estinzione delle specie. È proprio il trionfo della globalizzazione e del neoliberismo negli ultimi trent’anni. che ha contribuito ad aggravare la crisi ecologica globale che, in ultima analisi, sta portando al collasso degli ecosistemi e alla minaccia esistenziale degli esseri umani. (…) L’incapacità dei politici, che non riescono a pensare oltre le prossime elezioni né oltre le élite capitaliste – quelle che si preoccupano solo di garantire la ricchezza e i privilegi del Nord globale – spiega il fallimento della politica climatica negli ultimi decenni. Quando il sistema esistente non può offrire una soluzione, deve venire dall’esterno. Ecco perché è necessario un quadro teorico radicale, in cui l’idea di “ecosocialismo” diventi il concetto chiave per i movimenti di sinistra per la giustizia climatica.»
Kohei Saito, L’ecosocialismo di Karl Marx.