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LE CITAZIONI: Rumiz, gli idioti

by Ernesto Scelza
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È la prima parte di “Verranno di notte”, in cui Paolo Rumiz, con la sua scrittura poetica in prosa, “sente la notte di malaugurio di un’Europa assediata da guerre e governata dai poteri selvaggi dell’economia.

E chi dorme stanotte.

Tira un vento di malaugurio

puzza di carne bruciata, kerosene e gas di scarico

il mio naso è un anemometro, non sbaglia

avverte un fetore inconfondibile

come quando un razzo antitank fa saltare un blindato con uomini dentro

vi auguro di non sentirlo mai quell’odore

è lo stesso tanfo dei poteri selvaggi che ci schiacciano

puzza di censura sul libero pensiero

i miei occhi vedono gente che tace e si adegua

le orecchie sentono dire “nazione” con frequenza sospetta

la lingua sta cambiando

la parola “libertà” si ascolta sempre meno

anche “pace” è bocciata, è sinonimo di codardia

nella mia Italia e altrove i ragazzi che portano la sua bandiera sono presi

a manganellate

giovani schedati come criminali

giovanissimi anzi, quasi bambini

hanno dovuto ricoverarli in Pediatria

ragazzini odiati in quanto tali in un’Europa di vecchi

impudenti che osano chiedere un futuro di fratellanza e non di guerra

e non sanno che il cambiamento in peggio è già partito, dal vocabolario

leggete subito Victor Klemperer, che lo mostrò col nazismo

ormai la parola “identità” dilaga fino a perdere senso

non serve più a dire chi sei e da dove vieni

ma a cercar la rissa e a sdoganare armi

“identità”, stessa radice di “idiotes”

che in greco vuol dire “quelli ripiegati su sé stessi”

o meglio ancora: “quelli che vivono guardandosi l’ombelico”

come mi spiegò un vecchio in un’isola dell’Egeo mostrandosi la pancia

gli idioti, quelli che hanno paura della complessità del mondo

e non si lasciano fecondare dall’incontro con l’Altro.

Idioti.