«Colui che fa la legge sa meglio di tutti come deve essere eseguita e interpretata. Sembra dunque che non potrebbe esistere una costituzione migliore di quella in cui il potere esecutivo è congiunto al legislativo. Ma è proprio quest’ultima condizione che rende tale Governo per certi aspetti insufficiente, visto che le cose che debbono essere distinte non lo sono e visto anche che, essendo il Principe e il Sovrano la medesima persona, non formano, per così dire, che un Governo senza Governo.
Non è bene che chi fa le leggi le esegua, né che il corpo del popolo distolga la sua attenzione dai punti di vista generali per concentrarla sugli oggetti particolari. Nulla è più insidioso che l’influenza degli interessi privati sugli affari pubblici; e l’abuso delle leggi per opera del Governo è un male minore rispetto alla corruzione del Legislatore, effetto inevitabile dei punti di vista particolari. Poiché a questo punto lo Stato viene alterato nella sua sostanza, ogni riforma diventa impossibile. Un popolo che non abusasse mai delle funzioni di Governo non abuserebbe mai neppure dell’indipendenza; un popolo che governasse sempre rettamente non avrebbe bisogno di essere governato.»
Jean-Jacques Rousseau, Il contratto sociale (cap. 4, La democrazia)