Home Cultura LE CITAZIONI: Recalcati. Il narcisismo di Trump

LE CITAZIONI: Recalcati. Il narcisismo di Trump

Massimo Recalcati

by Ernesto Scelza
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“I pugni chiusi sono un simbolo di protesta e di rivolta. Ma anche di sofferenza e di rabbia. Il mondo contemporaneo ha messo in questi ultimi vent’anni brutalmente alla prova i nostri nervi”: così lo psicoanalista Massimo Recalcati chiarisce nella ”Introduzione” il perché del titolo del libro, che raccoglie scritti pubblicati negli ultimi anni in varie occasioni. E “Psicoanalisi del mondo contemporaneo” recita il sottotitolo, in cui ha “provato a leggere le dinamiche sociali e politiche… con la lente della psicoanalisi senza abusare della sua strumentazione clinica”.

 

«La cifra psicologica più profonda di ogni populismo è quella dell’incesto. Non fa eccezione da questo punto di vista il populismo nazionalista-sovranista di Trump, che riflette una concezione chiusa, esclusiva, incestuosa della relazione con il popolo. Egli non si limita a rappresentare il popolo, ma è il popolo. Il leader populista si rivolge al suo popolo come se il “suo” popolo fosse “il” popolo. La paura dell’immigrato e l’incentivazione delle spinte razziste fomentate da Trump rispondono a questa logica. In primo piano è un processo di identificazione simbiotico. Per questa ragione Trump non può sopportare la contraddizione, lo spirito critico, il dibattito aperto, perché ciò incrinerebbe il sodalizio intimo con il suo popolo (…).

Trump non solo non crede nella democrazia concepita in questi termini, ma l’ha sempre ritenuta ostile alla sua affermazione personale come imprenditore prima e come presidente poi. La sua concezione del potere resta antistituzionale e intimamente totalitaria. Egli ha giurato sulla Costituzione ma il suo giuramento era, già nel tempo del suo insediamento a presidente, uno spergiuro perché il suo credo non è nella democrazia. Egli crede solo nel diritto del suo Ego. Le leggi sono viste con sospetto in quanto impongono una regolazione arbitraria a questo diritto che vorrebbe essere assoluto. La sola cosa che lo accomuna alle classi medie, rurali, deprivate o agli industriali in cerca di riscatto che lo hanno votato è il rigetto della politica vista come luogo di impurità morale e di corruzione che ha tradito il popolo americano. Per questo Trump autorizza di fatto il suo popolo a invadere e devastare le istituzioni democratiche in quanto sono le principali colpevoli di questo tradimento.

L’assenza di lealtà è un altro tratto evidente della personalità di Trump. Essa corrisponde all’assenza di autentiche passioni civili. Diversamente dai leader totalitari del Novecento, egli non è mosso da una Causa ideale, per quanto delirante possa essere – la rivoluzione, la lotta di classe, la superiorità della razza –, perché la sola Causa che gli interessa è quella del suo Ego. In questo egli è un esponente significativo di leadership nel tempo cosiddetto post-ideologico. La sua ambizione è quella di accrescere illimitatamente la potenza del suo nome, è quella, come ha dichiarato più volte con un candore da adolescente, di “diventare famoso”. Questa assenza di lealtà e di idealità è espressione di un cinismo disincantato. La corruzione, il razzismo, il sessismo rivelano una concezione della vita come prevaricazione del più forte (…).

Chi osa criticare la sua opera non esprime un punto di vista diverso dal suo, ma incarna il male e, in quanto tale, non merita una risposta ma solo la sua estirpazione. È la quintessenza di ogni populismo: la lotta politica non è lotta tra interpretazioni diverse del mondo ma tra il Bene e il Male.»

Massimo Recalcati, A pugni chiusi.

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