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LE CITAZIONI: Parsi, il naufragio dell’ordine liberale

by Ernesto Scelza
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Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali nell’Università Cattolica di Milano, sottotitola “Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale” il suo studio sulle conseguenze dell’avvento, dalla fine del secolo scorso, dell’ordine mondiale neoliberale, che prometteva “un mondo più sicuro, più giusto e più ricco per tutti: promesse mancate che hanno messo in crisi l’ordine internazionale”.

 

«A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, l’ordine internazionale liberale sia stato progressivamente sostituito dall’ordine globale neoliberale e il vascello sul quale l’Occidente si era imbarcato dopo la fine della seconda guerra mondiale sia stato portato fuori rotta. Su questa rotta, diversa e molto più pericolosa, si staglia, minaccioso, un iceberg, le cui quattro facce sono tutte in grado di affondare il nostro Titanic. Si tratta della crisi della leadership americana e dell’emergere delle potenze autoritarie di Russia e Cina, della polverizzazione della minaccia legata al terrorismo jihadista, della deriva revisionista degli Stati Uniti di Donald Trump e dell’affaticamento delle democrazie schiacciate tra populismo e tecnocrazia. Sullo sfondo, la crisi dell’Europa, che può ancora salvarsi e dare il suo contributo decisivo al ristabilimento della rotta originaria, se saprà riequilibrare al suo interno la dimensione della crescita e quella della solidarietà, facendo della sorveglianza e difesa dei confini europei una responsabilità comune, e così fornendo un nuovo e più ampio respiro alla questione della gestione del fenomeno migratorio e della ripartizione dei suoi oneri, ritrovando la capacità di armonizzare le sovranità degli Stati membri nel rispetto del disegno della casa comune europea.

In Italia in particolare vige una sorta di pudore nel trattare temi di così vasta portata, che si associa non di rado a una disinvolta inconsapevolezza di quanto accade intorno a noi, al perseverare di stantii luoghi comuni e di stilemi orecchiati chissà dove e chissà quando, nel nome di quel “conformismo esistenziale” di cui parlava Pierpaolo Pasolini molti decenni fa: una sorta di conservatorismo inconsapevole, che produce una chiusura concreta ai grandi filoni politici e culturali che scuotono le certezze del mondo intorno a noi, e che rappresenta il tratto più coriaceo della stagnazione culturale italiana. In fondo, la scomparsa dell’Italia dalle mappe del sapere e dell’innovazione non è altro che il precipitato di tutto ciò, lo stigma della sua forse irreversibile periferizzazione culturale e politica. Al partito dello stolido ottimismo si contrappone spesso quello delle tristi cassandre, dei “Rasputin de no’ antri”, il cui desiderio sembra quello di poterci dire che la stagione della ricerca della felicità aperta a chiunque dall’Illuminismo si è conclusa in un’implosione nichilista.»

Vittorio Emanuele Parsi, Titanic.