Alberto Negri è uno dei maggiori esperti di politica internazionale e attento osservatore di quanto, da decenni, accade in Medio Oriente. Questo è un estratto dal suo commento ai recenti avvenimenti in Libano, apparso su “Il manifesto” del 12.10.2024: “La presenza dell’Onu nel sud del Libano è un ostacolo e sarà rimosso. Si prepara un’altra umiliazione del diritto internazionale”.
«Lungo la Blue Line, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele, oltre 120chilometri, stabilita dalle Nazioni Unite nel 2000, sono piantati e ben riconoscibili i caratteristici “blue pillars”, i pioli di acciaio opportunamente verniciati di blu. Israele, colpendo ogni giorno i caschi blu, come è avvenuto anche ieri, è chiaramente intenzionata a sradicarli. Nella sua guerra di annientamento di Hezbollah e del Libano, Netanyahu non vuole, come a Gaza, testimoni internazionali.
E neppure l’ombra del diritto internazionale o di una mediazione diplomatica, come hanno compreso perfettamente le famiglie degli ostaggi. La sua logica è ferrea e cinica: se sacrifico anche la mia gente, figuriamoci se mi faccio problemi a sparare sui caschi blu.
Il governo israeliano, imponendo con la forza al contingente militare di quaranta nazioni, tra cui la nostra, di levare le tende, non solo non intende avere testimoni ma ci dice anche di voltare la testa dall’altra parte per non vedere quanto accade in Medio oriente.
(…) La realtà è che non facendo nulla per frenare Netanyahu siamo d’accordo con la guerra di Israele. In attesa che il governo di Tel Aviv imponga a cannonate il “nuovo ordine” mediorientale, visto che i tentativi occidentali di imporne uno sono naufragati miseramente, dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Libia alla Siria. Per di più Israele punta al bersaglio grosso dell’Iran per tentarne la destabilizzazione (…).
Gli occidentali non sono certo gli unici ad attendere che Israele imponga il suo “ordine”. Non c’è nessuno stato arabo che nei fatti sostenga la causa palestinese o degli Hezbollah libanesi. Le monarchie sunnite e assolutistiche del Golfo, l’Arabia saudita, il Marocco e l’Egitto si sono tutti avvicinati a Israele e se anche alcuni di loro non hanno ancora firmato il Patto di Abramo si comportano come se l’avessero già fatto. Lo stesso Erdogan che lancia roboanti proclami contro lo stato ebraico e a favore di Hamas non ha mai fermato le vendite di armi turche a Israele.
Cosa accadrà adesso nel Sud del Libano? Di fatto Israele punta a cancellare la Blu Line per allontanare l’artiglieria di Hezbollah e riportare migliaia di israeliani nei villaggi dell’Alta Galilea. La presenza di caschi blu ostacola la creazione di una nuova “fascia di sicurezza”, così come Israele punta a Gaza al logoramento dei palestinesi per spingerli in spazi sempre più ristretti e invivibili.
Tutto questo avverrà, nonostante i proclami, con l’eliminazione dei caschi blu e delle agenzie dell’Onu. Per noi qui sarà soltanto un’altra umiliazione del diritto internazionale. Questa volta dipinta di blu.»
Alberto Negri, L’Occidente lascia fare in attesa del “nuovo ordine”.