Due famose quartine da “Ossi di seppia” legano Eugenio Montale alla grande lirica sul “male di vivere” e la ”inquietudine”, da Mimnermo e Sofocle, a Charles Baudelaire e Fernando Pessoa. Passando per il suo/nostro Leopardi.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Spesso il male di vivere ho incontrato.