In un’America sopravvissuta alla catastrofe e regredita ad uno stato primitivo, gli uomini sono stati spazzati via, tranne piccoli gruppi che combattono per la sopravvivenza: alcuni praticano il cannibalismo. Un padre e un figlio seguono il tracciato di una strada che porta al sud, per sfuggire ai rigori dell’inverno.
«Quella notte il bambino dormì vicino al padre e lo tenne abbracciato, ma quando al mattino si svegliò il padre era freddo e rigido. Rimase li seduto per tanto tempo a piangere, poi si alzò e si incamminò nel bosco verso la strada. Quando tornò si inginocchiò accanto al padre e gli tenne la mano gelata e disse e continuò a ripetere il suo nome.
Rimase li altri tre giorni, quindi raggiunse la strada e guardò in una direzione e poi nell’altra, quella da cui erano venuti. Arrivava qualcuno. Stava per voltarsi e tornare nel bosco ma non lo fece. Restò in mezzo alla strada ad aspettare, con la pistola in mano. Aveva ammucchiato tutte le coperte addosso al padre e aveva freddo e fame. L’uomo che apparve e si fermò a guardarlo, portava un giaccone da sci grigio e giallo col cappuccio bordato di pelo. In spalla un fucile rivolto verso il basso tenuto da una cinghia di cuoio in trecciato e a tracolla una bandoliera di nylon con le cartucce. Un reduce di antichi scontri, barbuto, con una cicatrice sulla guancia, l’osso fracassato e l’occhio ballerino. Quando parlava, la bocca non gli funzionava molto bene, e anche quando sorrideva.
Dov’è l’uomo con cui stavi?
È morto.
Era tuo padre?
Si. Era il mio papà.
Mi dispiace.
Non so cosa fare.
Penso che dovresti venire con me.
Tu sei uno dei buoni?
L’uomo si tolse il cappuccio. Aveva i capelli lunghi e aggrovigliati. Guardò il cielo. Come se lassù ci fosse qualcosa da vedere. Guardò il bambino. Già, disse. Sono uno dei buoni. Perché non metti via la pistola?
Non devo permettere a nessuno di portarmi via la pistola. Per niente al mondo.
Non voglio mica togliertela. Solo, non voglio che me la punti addosso.
Ok.
Dov’è la vostra roba?
Non abbiamo tanta roba.
Ce l’hai un sacco a pelo?
No.
E allora cos ‘hai? Delle coperte?
Ci ho avvolto mio padre.
Fammi vedere.
Il bambino non si mosse. L’uomo lo guardò. Si accovacciò con un ginocchio a terra, si passò il fucile sotto il braccio, lo mise in piedi sulla strada e si appoggiò sul calcio. Le cartucce infilate negli scomparti della bandoliera erano caricate a mano e le estremità sigillate con la cera. L’uomo mandava un odore di legna bruciata. Senti, gli disse. Hai due possibilità. Già abbiamo discusso parecchio se fosse o no il caso di venirti a prendere. Puoi restartene qui con tuo padre e morire, oppure puoi venire con me. Se resti, tieniti lontano dalla strada. E già tanto che sei arrivato fino a qui. Ma io credo che dovresti venire con me. Sarai al sicuro.
Come faccio a sapere che sei uno dei buoni?
Non puoi. Devi fidarti.
Tu porti il fuoco?
Io porto che?
Il fuoco.
Tu sei un po’ fuori di testa, vero?
No.
Solo un pochino.
Be’.
Non importa.
Insomma, si o no? Cosa? Se porto il fuoco?
Eh.
Sí. Portiamo il fuoco.
Ci sono anche dei bambini?
Sí.
Anche un maschio?
Abbiamo un maschio e una femmina.
Lui quanti anni ha?
Più o meno la tua età. Forse un po’ più grande.
E non ve li siete mangiati.
No.
Voi non mangiate la gente.
No. Non mangiamo la gente.
E posso venire con voi?
Sí che puoi.
Allora ok.
Ok.»
Cormac McCarthy, La strada.