È, questo, un omaggio a Giovanna Marini, scomparsa lo scorso 8 maggio. È stata più di una ricercatrice e una folk-singer: ha raccontato storie e dato voce a chi la storia l’ha sempre subita e la voce non l’ha mai avuta. La ballata è stata composta all’annuncio del massacro di Pier Paolo Pasolini.
Persi le forze mie, persi l’ingegno
Che la morte m’ha venuta a visitare
E leva le gambe tue da questo regno
Persi le forze mie, persi l’ingegno
Le undici le volte che l’ho visto
Gli vidi in faccia la mia gioventù
Oi Cristo me l’hai fatto un bel disgusto
Le undici le volte che l’ho visto
Le undici e un quarto mi sento ferito
Davanti agli occhi ho le mani spezzate
E la lingua mi diceva, “È andata è andata”
Le undici e un quarto mi sento ferito
Le undici e mezza mi sento morire
La lingua mi cercava le parole
E tutto mi diceva che non giova
Le undici e mezza mi sento morire
Mezzanotte m’ho da confessare
Cerco perdono dalla madre mia
E questo è un dovere che ho da fare
Mezzanotte m’ho da confessare
Ma quella notte volevo parlare
La pioggia, il fango e l’auto per scappare
Solo a morire lì vicino al mare
Ma quella notte volevo parlare
E non può, non può, può più parlare, può più parlare
Non può, non può, può più parlare, può più parlare
Non può, non può, può più parlare, può più parlare
Persi le forze mie, persi l’ingegno
Che la morte m’è venuta a visitare
E leva le gambe tue da questo regno
Persi le forze mie, persi l’ingegno.
Lamento per la morte di Pasolini.