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LE CITAZIONI: Maraini, la voce scomoda di Cassandra

by Ernesto Scelza
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ph. Elena Ternovaja CC-BY-SA 3.0

 

«Quello che manca è uno sguardo responsabile proiettato in avanti: un moto profondo di immaginazione. La nostra è una cultura che evita e disprezza l’immaginazione, considerandola uno strumento adatto solo per coloro che sognano a occhi aperti e quindi lavorano poco. Gli scrittori dovrebbero lavorare proprio su questo: provocare, risvegliare nelle persone la capacità di vedere il futuro. Parole che suscitino visioni, che rendano sensibile lo sguardo. Prevedere la catastrofe può significare evitarla o comunque apparecchiare delle prevenzioni che ne diminuiscano gli effetti.

Cassandra aveva questo dono e veniva presa a pietrate dai suoi concittadini. Non è facile accendere visioni che riguardano i giorni che seguiranno ai giorni, soprattutto quando queste visioni sono minacciose e poco rassicuranti. Si rischia, per l’appunto, di essere presi a pietrate (…). L’euforia del mercato vuole occhiali rosa e sogni di onnipotenza (…), i nostri tetti costellati di antenne potenti che spargono nubi invisibili di elettrosmog, che a lungo andare provoca leucemia e cancro (…). Per non parlare del surriscaldamento della temperatura, che solleverà gli oceani fino a mandare sott’acqua centinaia di città costiere. E della sovrappopolazione (…).

Cassandra ci avverte, nel suo linguaggio doloroso e scomodo, che se continueremo con questo metodo, in tempi brevi respirare diventerà una fatica (da ricordare che già oggi sei bambini su dieci sono preda di forme allergiche e asmatiche), che andremo incontro a giorni in cui l’acqua diventerà più preziosa della benzina e si comprerà a caro prezzo, giorni in cui il clima si trasformerà e si deformerà fino a diventare un nemico infido e minaccioso.

Non uccidiamola a pietrate, per favore. Dice semplicemente la verità.»

Dacia Maraini, I giorni di Antigone.