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LE CITAZIONI: Levi. Sulla spiaggia di La Baule soffiava il vento…

by Ernesto Scelza
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Sono le parole che introducono, nell’immediato dopoguerra, “Paura della libertà”, con le quali il giovane autore di “Cristo si è fermato a Eboli”, mentre le divisioni corazzate tedesche corrono le pianure della Polonia e si preparano a invadere la Francia, fissa lo sguardo sulla crisi della cultura europea e interroga le ragioni che hanno condotto un’intera civiltà al suo esito catastrofico. “Sempre il senso idolatrico dello Stato richiede la guerra, totale e continua… Solo lo stato di libertà, è stato di pace: dove è la vera pace, là è la vera libertà, perché gli idoli non vivono senza guerra, ma gli uomini vivono soltanto nella pace”.

 

«Fu allora che la crisi che aduggiava la vita d’Europa da decenni, e che si era manifestata in tutte le scissioni, i problemi, le difficoltà, le crudeltà, gli eroismi e la noia del nostro tempo, scoppiò verso la sua soluzione in catastrofe.

La guerra era cominciata, le divisioni corazzate tedesche correvano nelle pianure di Polonia; dalla mia casa sulla riva dell’Atlantico vedevo a decine ogni giorno arrivare i trasporti inglesi, che scaricavano il primo esercito britannico nel porto di Saint-Nazaire.

Partivano i soldati francesi, con le modeste divise, coi pantaloni di fustagno e i visi annoiati dei pacifisti votati alla sconfitta; arrivavano gli inglesi, un esercito seicentesco, da una rinata merry England (la visione idilliaca della civiltà inglese, ndr), ubriachi e spavaldi inaspettati guerrieri, terrore delle donne cattoliche di Bretagna, allegramente sicuri di una lontanissima vittoria.

I tradizionali valori militari apparivano rovesciati: ma non solo i valori militari. Tutti i dati di una civiltà parevano dissolversi in nebbia; ci stava innanzi un futuro incerto, per i destini del mondo e per il destino particolare di ciascuno. Tutte le vecchie ideologie parevano crollare, esaurite in una vana difesa e in una critica vana: un vento di morte e di oscura religione sconvolgeva gli antichi stati d’Europa.

Sulla spiaggia di La Baule soffiava il vento, e alzava, con un leggerissimo rumore, le sottili conchiglie bianche, scheletri leggeri di foglie morte marine. Il passato si allontanava come in un’altra vita, di là del fossato della guerra. La vita normale, la continuità delle generazioni e degli istituti era finita. I nuovi dèi dello Stato soffiavano via dal mondo i valori umani, il senso stesso del tempo: e per difendersi gli uomini dovevano accettare questa aridità della strage, abbandonare le case e le famiglie, buttarsi dietro le spalle tutto quello che erano stati, e perfino il ricordo dei legami infantili.

Mi giunse allora la notizia della morte improvvisa di mio Padre: le frontiere chiuse mi impedirono di rivederlo. In quel punto della vita in cui non ci si può più voltare indietro, mi trovavo solo su quella spiaggia deserta, in un freddo autunno, pieno di vento e di piogge.

Se il passato era morto, il presente incerto e terribile, il futuro misterioso, si sentiva il bisogno di fare il punto; di fermarsi a considerare le ragioni di quella cruenta rivoluzione che incominciava.»

Carlo Levi, Paura della libertà.