Omaggio a Ismail Kadare scomparso a Tirana. Kadare è stata voce critica del regime di Enver Hoxha e di ogni dittatura, costretto nel 1990 ad abbandonare l’Albania. Claudio Magris ha paragonato il mondo ritratto da Kadare a quello di “1984” di Orwell. Con una differenza: quel mondo rimane esterno a Orwell, pur sentendone l’orribile presenza, mentre Kadare è come se avesse vissuto realmente sotto lo sguardo del “Grande Fratello”.
«Il ruolo del nostro Palazzo dei Sogni, creato direttamente per volontà del Sultano regnante, consiste nel classificare ed esaminare non i sogni isolati di individui simili a coloro che, per una ragione o per l’altra, in passato si vedevano accordare tale privilegio e in pratica detenevano il monopolio delle previsioni grazie alla lettura dei segni divini, ma quelli dell’intero Tabir Saraj (Palazzo dei sogni, ndr), cioè la totalità dei sogni dell’insieme dei cittadini, nessuno escluso. Si tratta di un’impresa grandiosa, di fronte alla quale tutti gli oracoli di Delfi, le caste dei profeti o i maghi antichi appaiono ridicoli. L’idea del sovrano di creare il Tabir nella sua totalità si basa sul fatto che Allah invia un sogno premonitore sul globo terrestre con la stessa disinvoltura con cui può lanciare un fulmine, disegnare un arcobaleno o avvicinarci all’improvviso una cometa estratta da non si sa da quale profondità misteriosa dell’Universo. Invia dunque un segnale sulla Terra, senza preoccuparsi di dove cadrà, perché da quella distanza non può occuparsi di simili dettagli. È nostro dovere scoprire dove si è posato il sogno, scovarlo fra milioni e miliardi di altri sogni, come quando si cerca una perla smarrita in un deserto di sabbia. Perché l’interpretazione di questo sogno, caduto come una scintilla perduta nel cervello di qualcuno fra i milioni di persone addormentate, può contribuire a prevenire l’infelicità del paese e del suo Sovrano, evitare la guerra o la pestilenza, dare vita a nuove idee. Ecco perché questo Palazzo dei Sogni non è affatto una fantasia, ma uno dei pilastri dello Stato. Qui, meglio che in qualsiasi studio, verbale di processo, rapporto di ispettori, di polizia o di un capo di distretto, si comprende l’effettiva situazione dell’Impero. Perché, nel reame notturno del sonno, si trovano la luce e le tenebre dell’umanità, il suo miele e il suo veleno, la sua grandezza e la sua miseria. Tutto ciò che è turbolento e pericoloso, o che lo diventerà tra qualche anno o qualche secolo, appare per la prima volta nei sogni umani. Qualunque passione o pensiero malvagio, calamità o crimine, qualunque ribellione o catastrofe proietta necessariamente la propria ombra molto tempo prima di manifestarsi nella vita reale. Per questo il Padiscià stabilisce che nessun sogno, fosse anche emerso dai confini più remoti del paese, anche nel giorno più ordinario, anche nato dalla creatura più ignorata da Allah, non deve sfuggire all’esame del Tabir Saraj. E un’altra raccomandazione imperiale, ancora più fondamentale, è che il prospetto in cui vengono raccolti, classificati e studiati i sogni del giorno, della settimana o del mese sia di un’accuratezza tale da non alterare nulla. Per questo, a parte l’enorme lavoro di elaborazione dei materiali, la chiusura completa del Tabir Saraj a ogni influenza esterna è di primaria importanza. Perché sappiamo che fuori del Tabir Saraj esistono forze che, per una ragione o per l’altra, hanno interesse a far infiltrare qui agenti di influenza, in modo che i loro progetti, le loro idee o i loro giudizi appaiano poi come presunti segni divini soffiati da Allah nel cervello umano addormentato. Per questo motivo nel Tabir Saraj non sono ammesse le lettere di raccomandazione.»
Ismail Kadare, Il palazzo dei sogni.