«Al ricco che si vantava della sua fortuna, il saggio disse: “Mi spiace per la tua povertà”.
Al povero che piangeva la sua sventura, il saggio disse: “Mi rallegro della tua ricchezza”.
Poiché nessuno dei due capì le sue parole, il saggio disse al ricco: “Le tue ricchezze ti rendono cieco. Per te, il mattino è buio fitto”. E al povero: “Così grandi, dietro le tue lacrime, sono i tuoi occhi, che il mondo non tarderà a trovarvi rifugio, riscoprendo il suo posto in questa loro totale disponibilità”. E aggiunse: “La povertà di Dio è questo sguardo affrancato della Creazione che, vuoto, gli consente di abbracciare in una sola volta le innumerevoli ricchezze del cielo e della terra restituite a se stesse”.
“Ma io ho fame”, disse il povero. E il saggio pianse.»
Edmond Jabès, Il libro della condivisione.