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LE CITAZIONI: Illich, la memoria sta morendo come le foreste

by Ernesto Scelza
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Ivan Illich, “paziente e instancabile archeologo del sapere”, scava alle radici dei luoghi comuni della modernità per riesaminarli in una prospettiva storica: “la mia è una ricerca della politica dell’autolimitazione, grazie alla quale il desiderio possa fiorire e i bisogni declinare”.

«Più volte ho cercato di leggere dei passaggi di questi libri (di Ugo di San Vittore, ndr) agli studenti dell’Università di Pennsylvania. Ogni volta uno o due di loro hanno cominciato a confrontare le proprie certezze con quelle di Ugo. Ma la maggior parte di essi ha passato il semestre cercando di evitare di affrontare un’epoca in cui il ricordare era tutto affidato alle persone, anziché alle macchine. Appartengono a una generazione che accetta non solo la scomparsa delle foreste, ma anche quella della memoria. Uno studente di scienze forestali mi ha detto una volta: “sì, è vero, le foreste stanno morendo. Ma non sono forse le foreste vergini già morte da lungo tempo? Perché le foreste miste non dovrebbero seguire la stessa sorte? La coltivazione di alberi continuerà, e le leggi imporranno la costruzione di parchi giochi nelle piantagioni. Questo permetterà ai bambini di avvicinarsi alla natura molto più di quanto possano fare con le pericolose foreste attuali”.

Quando i miei studenti aprono un libro, non intraprendono un pellegrinaggio. Nell’era del registratore è diventato difficile convincerli a imparare a memoria una lista di dati (…). La memoria, per la maggior parte di loro, ha a che fare soltanto con la ripetizione meccanica, con i “megabytes” o con gli archetipi e i sogni. Per loro, la pagina come “pagus”, come distesa abitata e coltivata che invita a passeggiare, è una fantasia romantica o una fuga dall’inconscio; non l’altro lato della realtà, come per Ugo.

Ancora più strana appare loro l’idea di costruire nel proprio cuore un’imbarcazione di salvataggio per la storia. Ciò che separa il nostro mondo da quello di Ugo non è solo un diverso insieme di metafore, ma un’intera topologia mentale. Due tipi di pagina possono qui fungere da specchi, metafore e insieme cogeneratori di spazi mentali diversi. Non conosco un modo migliore di illustrare la distanza fra questi due spazi mentali eterogenei che esaminare le rispettive “pagine”. L’impaginazione può essere vista insieme come specchio e come stampo della “Weltanschauung”, la “visione del mondo” di un’epoca.»

Ivan Illich, Nello specchio del passato.