«Se avessi letto Lucrezio in liceo me ne sarei innamorato, ma Lucrezio non si legge volentieri nei licei: ufficialmente perché è troppo difficile, di fatto perché dai suoi versi ha sempre emanato odore di empietà. Perciò, fin dall’antichità gli si è costruito intorno un involucro di silenzio, ed oggi di quest’uomo straordinario non si sa nulla. Coscientemente o no, per lungo tempo è stato considerato pericoloso perché cercava un’interpretazione puramente razionale della Natura, aveva fiducia nei propri sensi, voleva liberare l’uomo dalla sofferenza e dalla paura, si ribellava contro ogni superstizione, e descriveva con lucida poesia l’amore terrestre. La sua fiducia a oltranza nella esplicabilità dell’universo è la stessa degli atomisti moderni. Il suo materialismo, anzi meccanicismo, è candido e ci fa sorridere, ma affiorano qua e là intuizioni sorprendenti.»
Primo Levi, La ricerca delle radici. Antologia personale.