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LE CITAZIONI: Dionigi, Regina pecunia (Orazio)

by Ernesto Scelza
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Ivano Dionigi, introduce il ciclo di letture e lezioni organizzato dal Centro Studi “La permanenza del classico” dell’Università di Bologna dedicato nel maggio 2009 a “Il dio denaro”.

«Cosa ci dicono i classici su ‘regina Pecunia’? Su economia e politica? Su affari e etica? Su guadagno privato e bene comune? Sul denaro-idolo e il denaro-moneta? Sul disordine e la violenza dei mercati? Più che affini e fondativi, su questo tema i classici si presentano difformi e antagonisti rispetto al nostro presente.

I Greci, cui dobbiamo la parola ‘oikonomia’, non elaborarono alcuna riflessione economica, per motivi non solo storici ma anche ideologici. L’assenza di una classe lavoratrice libera, surrogata dallo sfruttamento massiccio di schiavi; il mancato incremento di un tessuto produttivo e mercantile; una cittadinanza non produttrice, ma consumatrice e parassitaria; lo sviluppo tecnologico mantenuto a livelli sorprendentemente rudimentali; la dominante mentalità aristocratica che, subordinando il “valore di scambio” al “valore d’uso”, condanna il profitto, e che, rovesciando la logica e il senso comune, dichiara che la ricchezza è causa di mali e che “solo il saggio è ricco”: sono tutte costanti che documentano una economia “legata” (Polanyi), lontana dall’economia “liberata” che è propria della modernità capitalistica. Un’economia, dunque, subordinata alla morale.

Eppure, nei testi classici c’è qualcosa che ci riguarda da vicino.

Nel IV sec. a.C., quasi venticinque secoli prima del tracollo finanziario di Lehman Brothers (15 settembre 2008), Aristotele nella ‘Politica’ aveva teorizzato che “trarre guadagno dal denaro stesso e non al fine per cui esso fu escogitato costituisce il più innaturale di tutti i modi di arricchire”; pensiero echeggiato nella riflessione di S. Tommaso a proposito dell’usura, nella quale “denarius ex denario crescit” (“il denaro cresce dal denaro”) e “nummus parit nummum” (“il denaro genera denaro”). E già nel VI secolo a.C. Eraclito di Efeso ci aveva consegnato questa sentenza: “in cambio dell’oro si hanno le merci e delle merci l’oro”.

Il denaro, ovvero il grande regolatore e comunicatore universale.»

Ivano Dionigi, Sua Maestà il Denaro.