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LE CITAZIONI: Camus, la libertà è una cugina povera

by Ernesto Scelza
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Nel 1953 Albert Camus tiene a Saint-Etienne una storica conferenza sul tema della libertà in Occidente e nei paesi dell’Europa orientale. Sarà inserita nella raccolta “Conferenze e discorsi (1937-1958)”, in cui il futuro Nobel per la letteratura descrive quella che definisce la “crisi dell’uomo”, sforzandosi di restituire voce e dignità a “coloro che ne sono stati privati da mezzo secolo di rumore e rabbia”.

«Se mettiamo insieme tutte le violazioni e i molteplici soprusi che sono appena stati denunciati davanti a noi, possiamo figurarci un’epoca in cui, in un’Europa ormai totalmente concentrazionaria, saranno rimasti in libertà solo alcuni guardiani di prigione cui spetterà ancora d’imprigionarsi l’un l’altro. Quando ne resterà soltanto uno, costui sarà nominato guardiano capo, e a quel punto sarà realizzata la società perfetta in cui i problemi posti dall’opposizione, incubo dei governi del XX secolo, saranno finalmente e definitivamente risolti.

Si tratta beninteso solo di una profezia, e sebbene nel mondo intero i governi e le polizie tentino con grande buona volontà di pervenire a questa felice conclusione, non siamo ancora arrivati a tanto. Da noi in Europa occidentale, per esempio, la libertà è ufficialmente ben vista. E tuttavia mi fa pensare a quelle cugine povere che si vedono in certe famiglie borghesi. La cugina è diventata vedova, ha perso colui che la proteggeva. Allora i parenti l’hanno accolta, le hanno dato una stanza in soffitta e la lasciano mangiare in cucina. Ogni tanto, la domenica, si fanno vedere a passeggio con lei, per mostrare che sono gente virtuosa e che non sono cattivi. Ma per il resto, e soprattutto nelle grandi occasioni, è pregata di tenere la bocca chiusa. E se, poniamo il caso, un poliziotto distratto di nascosto dovesse abusarne, non stanno a farne tante storie, in fondo ne ha viste di peggio, specie con il padrone di casa, e dopo tutto è meglio non cercar rogne con le autorità costituite. A Est va detto che sono più schietti. La cugina l’hanno liquidata una volta per tutte, mettendola in una cella chiusa a doppia mandata. Pare che la tireranno fuori più o meno fra mezzo secolo, quando si sarà definitivamente instaurata la società ideale. A quel punto ci saranno grandi festeggiamenti in suo onore. Ma mi sa che ormai la poveretta sarà un pochino rosa dalle tarme, e temo proprio che non potranno più servirsene. Se a ciò si aggiunge che le due concezioni della libertà, quella della cella e quella della cucina, hanno deciso di imporsi l’una all’altra, e sono costrette in questo scompiglio a ridurre ulteriormente i movimenti della cugina, non è difficile capire come la nostra storia sia più quella dell’oppressione che non della libertà, e che il mondo in cui viviamo è quello che vi abbiamo appena descritto, che tutte le mattine ci salta agli occhi dal giornale per fare delle nostre giornate e delle nostre settimane un unico giorno di rivolta e di repulsione.»

Albert Camus, Il pane e la libertà.