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LE CITAZIONI: Camus, la complicità degli uomini tra loro

by Ernesto Scelza
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Ne “L’uomo in rivolta” Camus formula la riflessione più rigorosa della sua idea della rivoluzione come ricerca di equilibrio: unica possibilità data all’uomo per fare emergere un senso in un mondo dominato dal non senso.

«Non c’è nulla di comune tra un signore e uno schiavo, né si può parlare e comunicare con un essere asservito. Invece di quel dialogo implicito e libero mediante il quale riconosciamo la nostra somiglianza e consacriamo il nostro destino, la servitù fa regnare il più terribile silenzio. Se l’ingiustizia è un male per l’uomo in rivolta, non lo è in quanto contraddica a un’idea eterna della giustizia, che non sappiamo ove situare, ma in quanto perpetua l’ostilità muta che separa l’oppressore dall’oppresso. Uccide quel poco essere che può venire al mondo attraverso la complicità degli uomini tra loro (…). La complicità e la comunicazione scoperte dalla rivolta si possono vivere solo nel libero dialogo. Ogni equivoco, ogni malinteso suscitano la morte; il linguaggio chiaro, la morte. parola semplice, possono soli salvare da questa morte. Il vertice di tutte le tragedie è nella sordità degli eroi. Platone ha ragione contro Mosè e Nietzsche. Il dialogo ad altezza d’uomo costa meno caro del vangelo delle religioni totalitarie, monologato e dettato dall’alto di una montagna solitaria. Sulla scena come nella realtà, il monologo precede la morte. Ogni uomo, per quel solo moto di rivolta che lo solleva di fronte all’oppressore, difende dunque la vita, s’impegna a lottare contro la servitù, la menzogna e il terrore e afferma, per la durata di un lampo, che questi tre flagelli fanno regnare il silenzio tra gli uomini, li ottenebrano l’un l’altro e impediscono loro di ritrovarsi nel solo valore che li possa salvare dal nichilismo, la lunga complicità degli uomini alle prese col proprio destino.

Per la durata di un lampo. Ma questo basta, provvisoriamente, per dire che la libertà estrema, quella di uccidere, non è compatibile con le ragioni della rivolta. La rivolta non è affatto una rivendicazione di libertà totale. Al contrario, la rivolta fa il processo alla libertà totale. Contesta appunto il potere illimitato che autorizza un superiore a violare la frontiera vietata. Lungi dal rivendicare nella sua rivolta un’indipendenza generale, l’uomo vuole si riconosca che la libertà ha i suoi limiti ovunque si trovi un essere umano, il limite essendo appunto costituito dal potere di rivolta di quest’essere. Sta in questo la ragione profonda dell’intransigenza della rivolta. Più questa ha coscienza di rivendicare un giusto limite, più è inflessibile. L’insorto esige senza dubbio una certa libertà per sé: ma in nessun caso, se è conseguente, il diritto di distruggere l’essere e la libertà dell’altro. Non umilia nessuno. La libertà che egli reclama, la rivendica per tutti; quella che rifiuta, la vieta a tutti. Non è soltanto schiavo contro il signore, ma anche uomo contro il mondo del signore e dello schiavo.»

Albert Camus, L’uomo in rivolta.