Otello, condottiero africano al servizio della repubblica di Venezia contro i Turchi, è governatore di Cipro, e si appresta a passare la prima notte di nozze con la veneziana Desdemona. Iago, finge lealtà e devozione ma odia Otello, di cui alimenta la gelosia che lo condurrà ad uccidere la sposa.
(Iago, solo):
Credo in un dio crudele che m’ha creato
simile a sé e che nell’ira io nomo.
Dalla viltà d’un germe o d’un atomo
vile son nato.
Son scellerato
perché son uomo;
e sento il fango originario in me.
Sì! questa è la mia fede!
Credo con fermo cuor, siccome crede
la vedovella al tempio,
che il mal ch’io penso e che da me procede,
per mio destino adempio.
Credo che il giusto è un istrione beffardo,
e nel viso e nel cuor,
che tutto è in lui bugiardo:
lagrima, bacio, sguardo,
sacrificio ed onore.
E credo l’uomo gioco d’iniqua sorte
dal germe della culla
al verme dell’avello.
Vien dopo tanta irrisione la morte.
E poi? La morte è il nulla
e vecchia fola è il cielo.
Otello (Atto secondo, Scena seconda).