Per Remo Bodei, uno dei maggiori filosofi italiani recentemente scomparso, dominio e sottomissione sono i due termini di un rapporto di potere fortemente asimmetrico che innerva la storia dell’umanità e che nella civiltà occidentale ha conosciuto numerose metamorfosi.
«I profondi mutamenti introdotti dalle nuove tecnologie sono sotto gli occhi di tutti e chiedono di essere compresi, “salvando i fenomeni”, proprio nella varietà ed eterogeneità delle loro manifestazioni. Non c’è dubbio, infatti, che, fin dagli albori della prima rivoluzione industriale, il lavoro degli schiavi sia stato reso meno conveniente dall’uso delle macchine (che, sostituendo la forza fisica umana, hanno permesso a donne e bambini, specie nell’Ottocento, di essere impiegati nelle fabbriche) e che il lavoro umano in generale abbia in seguito cominciato, nei campi più diversi, a essere efficacemente surrogato da computer, robot e, più in generale, da tutti i dispositivi di ultima generazione, capaci di apprendimento automatico (machine learning) e di connessione alla rete. Ciò consente alle macchine dotate di IA un “addestramento” ininterrotto, più celere ed efficace non solo rispetto a quello degli schiavi, ma anche a quello dei bambini, dei cani o dei cavalli (che capiscono pochi e semplici ordini) e, in certi campi, sempre più spesso, a quello di tutti gli umani.
Come ridisegnare in tale ambito le nostre categorie di pensiero e come comportarci ora che profondi sommovimenti tecnologici stanno terremotando le nostre società sin dalle fondamenta? Ad esempio, quale tipo di libertà avremo e quale sarà il destino dell’eguaglianza? Si tratta, in quest’ultimo caso, del valore oggi più minacciato in un mondo in cui le diseguaglianze si accrescono e in cui si assiste a quella che è stata chiamata la “secessione dei patrizi”, vale a dire dell’oligarchia dei proprietari di grandi fortune, una esigua minoranza che possiede le risorse della metà del genere umano e che si separa da essa (una secessione, questa, che si affianca a quella della moderna plebe, degli scarti umani privi di lavoro e di dignità che popolano il mondo, e non solo nelle sue periferie).
Si direbbe che la linea divisoria principale tra gli uomini passi oggi più che mai, in campo politico, tra l’approvazione della lotteria naturale che stabilisce dove ciascuno si trova a nascere e a crescere, con le correlative diseguaglianze e livelli di povertà, e le idee di libertà e di eguaglianza che cercano di modificare tale ordine considerato casuale e iniquo.»
Remo Bodei, Dominio e sottomissione.