Norberto Bobbo nel 1995 riunisce e pubblica due voci elaborate per la “Enciclopedia del Novecento” dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana: “eguaglianza” e “libertà”. E le fa precedere da una lucida e illuminante “Prefazione”.
«I due valori della libertà e dell’eguaglianza si richiamano l’uno con l’altro nel pensiero politico e nella storia. Sono radicati entrambi nella considerazione dell’uomo come “persona”. Appartengono entrambi alla determinazione del concetto di persona umana, come essere che si distingue o pretende di distinguersi da tutti gli altri esseri viventi. “Libertà” indica uno stato, “eguaglianza” un rapporto. L’uomo come “persona”, o, per essere considerato come persona, deve essere, in quanto individuo nella sua singolarità, libero, in quanto essere sociale, deve essere con gli altri individui in un rapporto di eguaglianza.
“Liberté et Egalité”. La “Fraternité” appartiene a un altro linguaggio, più religioso che politico. “Eguaglianza” viene spesso sostituito con “Giustizia” nel binomio “Giustizia e Libertà”. Ma in questo binomio “Giustizia” precede “Libertà”. Solo per ragioni di migliore assonanza? La precedenza dell’una o dell’altra parola dipende anche dal contesto storico. Le vittime di un potere oppressivo chiedono prima di tutto di essere liberi. Rispetto a un potere arbitrario invocano giustizia. Di fronte a un potere dispotico, che sia insieme oppressivo e arbitrario, la richiesta di libertà non può andar disgiunta da quella di giustizia.
Affermare la libertà e l’eguaglianza come valori vuol dire che sono rispettivamente uno stato dell’individuo e un rapporto tra gl’individui, generalmente desiderabili. Gli uomini desiderano essere liberi piuttosto che schiavi. Desiderano essere trattati giustamente piuttosto che ingiustamente. Tanto più che nelle società storiche gli individui non sono mai tutti liberi né tutti eguali fra loro.
(..) Libertà ed eguaglianza sono i valori che stanno a fondamento della democrazia. Fra le tante definizioni che si possono dare di democrazia, una definizione che tenga conto non solo delle regole del gioco, ma anche dei principi ispiratori, è quella secondo cui la democrazia è, non tanto una società di liberi e di eguali, ma è una società regolata in modo che gl’individui che la compongono sono più liberi ed eguali che in qualsiasi altra forma di convivenza. La maggiore o minore democraticità di un regime si misura proprio dalla maggiore o minore libertà di cui godono i cittadini e dalla maggiore o minore eguaglianza che esiste tra loro.»
Norberto Bobbio, Eguaglianza e libertà (Prefazione del 1995).