Con “Herzog”, pubblicato nel 1964, Saul Bellow si fa portavoce delle inquietudini dell’americano dopo Kennedy. L’ebreo Moses Elkanah Herzog (alter ego dell’autore) scrive febbrilmente lettere su lettere agli amici, alla famiglia, persino a morti illustri: a tutti pone quesiti sull’esistenza: è un umiliato fiero della propria umiliazione, e nel disastro della sua vita si sente tuttavia fiducioso.
«Lei fermò il grammofono con un piccolo tocco, e disse: “Qualche minuto soltanto” chiudendo pian piano la porta. “Qualche minuto” era una figura retorica. Ci metteva molto, nei preparativi, lei. Lui s’era abituato ad aspettare, ora capiva il perché, e non era più impaziente. La sua ricomparsa era ogni volta “drammatica” e l’attesa valeva sempre la pena. In sostanza, comunque, capiva che Ramona cercava di insegnargli qualche cosa e lui faceva quel che poteva (l’abitudine dell’acquiescenza all’insegnamento essendo così forte in lui) per imparare. Ma come descrivere quella lezione? La descrizione sarebbe potuta cominciare coll’immenso disordine interiore che provava, o addirittura col fatto che stava tremando. E perché? Perché lasciava che il mondo intero premesse su di lui. Per esempio?
Be’, per esempio, che cosa significa essere un uomo. In una città. In un secolo. In transizione. In una massa. Trasformato dalla scienza. Sotto il potere organizzato. Soggetto a tremendi controlli. In una condizione determinata dalla meccanizzazione.
Dopo il recente fallimento di speranze progressiste. In una società che non aveva niente della comunità e che svalutava l’individuo. Per la moltiplicata potenza delle cifre che rendevano l’”io” trascurabile. Che spendeva miliardi in armamenti contro nemici stranieri ma che non era disposta a pagare niente per un po’ d’ordine in casa propria. Che permetteva crudeltà e barbarie fin nelle proprie grandi città. Allo stesso tempo, la pressione esercitata da milioni di esseri umani che hanno scoperto cosa possano sforzi e pensieri concertati insieme. Come i megatoni d’acqua plasmano gli organismi sul fondo del mare.
Come i flutti levigano le pietre. Come i venti scavano le scogliere. Il bellissimo supermacchinario che apre una nuova esistenza a innumerevoli esseri umani. Gli negheresti, tu, il diritto di esistere? Gli chiederesti di faticare e morire di fame mentre tu ti godi deliziosi Valori Vecchio Stampo? Tu – tu stesso sei figlio di questa massa e fratello di tutti gli altri. Oppure sei un ingrato, un dilettante, un idiota. È così che stanno le cose, Herzog, pensò Herzog, visto che vuoi un esempio. E in più, cuore ferito e benzina pura versata sui nervi. E che cosa risponde Ramona a tutto questo? Ti dice: rimettiti in salute.
Mens sana in corpore sano. La tensione costituzionale, di qualsiasi origine, aveva bisogno di uno sfogo. Qui c’è un uomo che, qualunque sia la sua età, la sua storia, la sua condizione, le sue conoscenze, la sua cultura, il suo grado di sviluppo, in questo momento ha un’erezione. Moneta valida in tutti i paesi.»
Saul Bellow, Herzog.