fbpx
Home Cultura LE CITAZIONI: Aristotele, l’animale politico che è l’uomo

LE CITAZIONI: Aristotele, l’animale politico che è l’uomo

by Ernesto Scelza
0 comment

“L’uomo è un animale politico” è l’affermazione fondamentale di Aristotele che definisce, allo stesso tempo, la costituzione della democrazia greca e la civiltà dell’Occidente. E ammonisce che “l’individuo senza virtù diviene l’essere di gran lunga più empio e selvaggio” e che “la giustizia ha una dimensione politica e, mentre il diritto è l’ordine inerente a una comunità politica, la giustizia è il giudizio su ciò che è giusto”.

«Allora, da quanto si è detto risulta che la città è una delle istituzioni conformi a natura, che l’uomo è per natura un animale adatto a vivere in uno stato e che chi non ha città – certo, non per un caso ma proprio per sua natura – o è un uomo da nulla (uno di quelli chiamati da Omero, non senza disprezzo, “senza famiglia, né leggi, né casa”; e chi è tale per natura sarà anche litigioso, senza legami, come, una pedina isolata sul tavoliere), oppure è al di sopra dell’umano. Perciò è chiaro che l’uomo è un animale adatto a vivere in uno stato più di tutte le api e di ogni animale del gregge. Del resto, come andiamo dicendo, la natura non fa nulla invano. L’essere umano è l’unico vivente ad avere la parola e, se la voce, in quanto espressione di dolore e di piacere, appartiene anche agli altri animali (perché nel loro caso sino a tal punto e non oltre si è spinta la natura, cioè fino a provvederli della sensazione di dolore e di piacere e della possibilità di comunicarla ad altri), la parola è in grado di manifestare l’utile e il dannoso e, di conseguenza, anche il giusto e l’ingiusto. E ciò, a paragone con gli altri animali, è un carattere peculiare dell’uomo, il quale è il solo ad avere percezione di ciò che è buono e cattivo, giusto e ingiusto, e di altro ancora; è proprio la condivisione di tali valori che dà origine al nucleo familiare e alla città. Quest’ultima, per natura, viene prima della famiglia e prima di ciascun individuo, perché è pur necessario che l’intero preceda la parte. Così, se togliessimo l’intero, non ci sarebbe più né il piede né la mano, se non equivocando sui termini: ad esempio, facendo riferimento a una mano di pietra, la quale, comunque, sarebbe una mano priva della vita. E, siccome ogni cosa si definisce sulla base dell’azione e della funzione, qualora essa vada a perdere sia l’una sia l’altra non si può dire che sia la stessa di prima, ma solo che ha lo stesso nome.’ È dunque evidente che la città è un’istituzione naturale e che precede l’individuo; se, infatti, l’individuo isolato non basta a sé – come capita a ogni altra parte rispetto al tutto-, chi non ha modo di associarsi agli altri, oppure non ha bisogno di far parte di una città per il fatto di essere autosufficiente, questi è o una bestia o un dio.»

Aristotele, Politica, 1, 1253a 2-29; (trad. R. Radice e T. Gargiulo).