È questa una parte del poema “L’apocalypse arabe” della grande poetessa Etel Adnan, nella traduzione dal francese di Toni Maraini. <<“L’apocalisse araba”, composta da cinquantanove parti, era stata inizialmente concepita come un poema astratto sul sole, ma gli avvenimenti mediorientali (la guerra dei sei giorni, il “settembre nero” in Giordania e la situazione palestinese, che preludono allo scoppio della guerra civile libanese nel 1982) lo trasformano in un’ampia e dolente riflessione sui conflitti. Ecco, in proposito, una dichiarazione della stessa Adnan: “In qualche modo posso dire che è la Storia che scrive la mia poesia. Il mio libro in cui questa situazione è più evidente è L’Apocalisse Araba, ed io ne leggo molto spesso dei passaggi”. (Le notizie riportate le ho tratte da un importante studio/presentazione che alla poesia di Etel Adnan, testimone del mondo alla deriva, ha dedicato Giancarlo Cavallo, “Apocalisse di infiniti mondi”)>>.
La notte del non evento. Guerra nel cielo vacante. Assenza del Fantasma.
Funerali. Bara non coperta di rose. Popolazione senza fucile. Lunga.
Lunga processione del sole giallo dalla moschea alla piazza vacante. Taxi muti.
Esercito in borghese. Carro funebre silenzioso. La musica è tornata. Palestinesi senza Palestina
La notte del Grande Inca non ebbe luogo. Aerei senza motori. Sole spento.
Pescatori senza barche pesci senza mare barche senza pesci mare senza pescatori
Pistole a fiori sbiadite Che Guevara ridotto in polvere. Nessuna ombra.
Il vento non si è alzato né abbassato. Gli ebrei sono assenti. Pneumatici forati.
I piccoli fuochi non sono accesi. Nessun bambino è morto. Niente pioggia
Non ho detto che la primavera stesse respirando. Il morto non è tornato.
La moschea ha lanciato la sua preghiera che nessuno ha ascoltato. Persa tra le onde.
La strada ha perso i suoi sassi. Asfalto brillante. Strade inutili. Anno morto.
Spenta è la strada. Spegnere il gas. Rifugiati senza rifugio e senza candela.
La processione non era nemmeno spaventata. Il tempo è passato di lato. Fantasma silenzioso.
L’apocalisse araba.