“Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia” così si espresse papa Francesco nell’omelia per il Natale del 2022. Lo scrittore Ferdinando Camon lo richiama in un intervento sulle colonne di “Avvenire”.
«“Divorati dalla guerra”: queste parole creano una metafora nuova, mai sentita prima. L’ha inventata il Papa. L’ha usata per definire gli uomini che vivono nelle zone dove si combatte. “Divorati dalla guerra” vuol dire che la guerra li cerca con cupidigia per mangiarli, ingoiarli, masticarli, sentirli nelle fauci in forma di carne e sangue. In guerra tutti son maciullati, anche quelli che non muoiono. Anche le donne, anche i bambini. La guerra è un azzeramento delle qualità umane.
Quando la guerra è lontana, la pensiamo come uno scontro armato in cui l’obiettivo sono le industrie e le città, conquistarle vuol dire fortificare noi e indebolire il nemico, arriverà un momento in cui il nemico è così debole che crolla, e noi siamo così forti che possiamo stringerlo in pugno da assoluti dominatori. Ma la Storia ci ha insegnato che esiste una vittoria che si ottiene “fiaccando” il nemico, senza abbatterlo a terra ma mettendolo in ginocchio, e per ottenere questo devi fargli male, farlo soffrire nella parte più delicata e sensibile, i bambini, gli asili, le scuole, le case, le madri. La guerra civile in Jugoslavia ci ha mostrato i cecchini in azione: mimetizzati, invisibili, aspettavano dietro una siepe per ore e ore che un bambino uscisse da una scuola per tirargli un colpo e subito sparire, sicuri che con quel colpo avevano dato una spinta alla storia verso la resa del nemico.
I bambini sentono di essere l’oggetto della contesa, prezioso e indifendibile, e in un certo senso diventano anche loro parte attiva dello scontro. Tali si sentono e diventano anche nelle guerre non intestine ma in campo aperto, fra nemici. Si sentono cercati dal nemico, e combattuti. Come adulti. La guerra è guerra di tutti contro tutti. Tutti devono adattarsi alla guerra, vivere per la guerra, dominati dalla guerra, che trasforma in loro il cervello, i nervi, la mente. La guerra “se li adatta”. Il Papa dice: li divora. (…) In “divorati” c’è l’idea della non umanità, della disumanità. Gli uomini mangiano, le bestie divorano. Ci vuole il grugno per divorare. Divorando si nutrono e si rinforzano, e poi divoreranno di più. L’unica operazione da fare subito è interrompere il loro pasto.»
Ferdinando Camon, Mostro che divora è la guerra.