L’autore è Direttore dell’Unione Consorzi Stabili Italiani
Cos’è un Consorzio stabile e perché è conveniente per un’impresa di costruzioni aderirvi? E perché, a sua volta, un consorzio stabile dovrebbe aderire all’Unione dei consorzi stabili italiani? Proviamo a rispondere.
Il Codice dei contratti pubblici annovera i Consorzi Stabili tra gli “operatori economici” ammessi a partecipare alle procedure di affidamento. Li definisce “soggetti” costituiti tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società di produzione e lavoro.
E’ quindi possibile costituire una comune struttura di imprese che consente l’utilizzo dei requisiti in capo al Consorzio, ancorché posseduti dalle singole imprese consorziate, in base al criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa”, per il conseguimento delle categorie e delle classifiche contenute nell’Attestazione SOA. I Consorzi stabili eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara senza che ciò costituisca subappalto, con la possibilità di contemporanea autonoma partecipazione alle gare da parte delle altre consorziate non designate per la medesima gara. Sono evidenti le molteplici potenzialità e risorse che il Consorzio Stabile mette a disposizione dei propri soci.
In sostanza, la singola Impresa, ancorché micro, piccola o media, operante in qualsivoglia settore del comparto delle Costruzioni, entrando in un Consorzio Stabile, pur conservando la completa autonomia soggettiva ed operativa al di fuori del medesimo, assumerebbe in sé tutte le potenzialità operative del Consorzio. In tal modo dotandosi così di uno strumento molto versatile di per favorire la propria crescita dimensionale, in tempi ragionevolmente rapidi.
La possibilità di partecipare alle gare d’appalto in tutte le categorie e classifiche a disposizione del Consorzio Stabile di appartenenza, pur non presenti nella propria Attestazione SOA, fornisce ad ogni singolo socio l’utilizzo del veicolo migliore per centrare gli obiettivi aziendali.
Le strutture operative, tecniche ed organizzative in dotazione al Consorzio Stabile, garantiscono altresì il corretto accesso al mercato delle Costruzioni, assistendo e tutelando i propri soci in tutte le fasi delle attività consortili e di esecuzione delle opere pubbliche acquisite.
È indubbio altresì che le strutture tecnico – dirigenziali del Consorzio Stabile vigilano affinché le Imprese che vengono indicate quali esecutrici siano poi effettivamente in grado, sotto il controllo del Consorzio Stabile stesso, di eseguire la tipologia e l’entità del lavoro per il quale sono state indicate; in caso di necessità sarebbe il medesimo consorzio ad intervenire in proprio o a designare una ulteriore Impresa esecutrice.
Con l’ingresso in un Consorzio Stabile le Imprese possono trovare un efficace strumento di soluzione alla decennale e perdurante crisi economica del settore delle Costruzioni. In particolare, recuperando subitamente il gap di requisiti che la mancanza di commesse possa avergli procurato e potenziando massicciamente le opportunità competitive, anche per nuove e diversificate tipologie di intervento. Il rapporto con gli altri soci è anch’esso opportunità di sinergica e fattiva collaborazione, contribuendo a risolvere positivamente eventuali problematiche operative. Il tutto nella completa salvaguardia delle garanzie tecniche, economiche e organizzative atte a garantire il cliente finale.
È del tutto evidente come, nelle attuali condizioni operative generali, sia difficile per ogni Impresa, di qualsivoglia tipologia dimensionale, salire nella categoria superiore. Il percorso si mostra lungo e difficoltoso. Lo stesso istituto dell’Avvalimento, oltre a consentire solo in parte di sopperire alla carenza delle categorie e/o delle classifiche dell’Attestazione SOA, è oberato di condizioni operative tali che ne rendono difficoltoso e sempre più complicato l’effettivo utilizzo. Il meccanismo dello scorporo di rami di Impresa sani da complessi aziendali in via di disfacimento, con la successiva immissione sul mercato, è incorso in situazioni di gestione “al limite” ed è sempre meno utilizzato.
Per i Consorzi Stabili, quindi, si riscontra un meccanismo complessivamente funzionale e funzionante, soprattutto in un Paese come l’Italia dove il sistema delle Imprese di Costruzione e dei Professionisti di Ingegneria è frammentato in molteplici unità di dimensioni micro e piccole, che hanno comunque diritto e necessità di tentare il salto di qualità, da realizzare in tempi ragionevoli, senza che questo costituisca un problema per il sistema delle stazioni Appaltanti e per l’interesse pubblico.
E veniamo all’UCSI. Si tratta dell’organismo di rappresentanza dei Consorzi Stabili di Lavori, Servizi e Forniture, nato principalmente per tutelarne i legittimi interessi a livello istituzionale.
Tale ruolo istituzionale si rende vieppiù necessario e impegnativo. Come altrettanto essenziali sono i rapporti con le Istituzioni ed i principali soggetti del settore, gli aspetti informativi e formativi delle tematiche relative ai Consorzi Stabili, la partecipazione attiva alla formulazione di una normativa che attraverso i Consorzi Stabili contribuisca a tutelare, insieme ad essi, il patrimonio imprenditoriale italiano di settore, costituito essenzialmente da micro, piccole e medie Imprese. Il punto sta nella scarsa conoscenza dei meccanismi di reale funzionamento dei Consorzi Stabili, carenza spesso comune a molti attori del panorama settoriale, che ha indotto ed induce a creare problematiche, anche normative, che creano ostacoli e difficoltà deleteri, in maniera sorprendente.
Facciamo un esempio. La prima stesura dell’articolo 47 del Codice dei Contratti, stabiliva che per i Consorzi Stabili “i requisiti di idoneità tecnica e finanziaria per l’ammissione alle procedure di affidamento” devono dagli stessi “essere posseduti e comprovati dalle modalità previste nel presente codice”, salvo poi stabilire che “per i primi cinque anni dalla costituzione… i requisiti economico – finanziari e tecnico – organizzativi…vengono sommati in capo al Consorzio”. Che cosa vuol dire per i primi cinque anni”? Poi cosa succede? Il “Decreto Sblocca cantieri” 32/2019, recependo anche il laborioso, intenso e costante lavoro dell’UCSI, ha infine rimosso le criticità, pur lasciando alcuni punti ancora in sospeso.
Questo esempio, a cui potremmo aggiungerne facilmente altri, fa comprendere come sia fondamentale, per la vita stessa dei Consorzi Stabili, che ci sia una Organizzazione di categoria che curi, prevalentemente ed essenzialmente, i LORO diritti e i legittimi interessi. Per questo è opportuno che aderiscano all’UCSI, in modo da sostenere e partecipare attivamente a questa costante ed attenta operazione di difesa dei loro interessi.
L’UCSI, con molto impegno e profusione di risorse, cerca di veicolare l’istituto, il nome e la funzione dei Consorzi Stabili, anche per collaborando con gli altri operatori del settore, tenendo ben presente l’obiettivo primario della loro tutela al massimo livello. Consapevoli di tutelare così anche gli interessi delle Stazioni Appaltanti nell’ottica di garantire la sana concorrenza e la buona esecuzione delle opere pubbliche. Della quale il Consorzio Stabile resta pienamente garante anche nel caso l’Impresa affidataria dovesse risultare inadempiente.