Home In evidenza L’autocrazia di Nicola II (1894-1917) e la guerra con il Giappone (1904-1905)

L’autocrazia di Nicola II (1894-1917) e la guerra con il Giappone (1904-1905)

La rivoluzione del 1905

by Giulia Cioffi
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Come evidenziato precedentemente, a fronte delle politiche repressive inaugurate da Alessandro III e perseguite dal figlio ed erede Nicola II, alla fine dell’Ottocento nacquero nell’impero zarista i primi movimenti politici organizzati in forme di partiti.

In particolare, nel 1895 venne istituita la Lega di lotta per la liberazione della classe operaia, di matrice marxista, che coinvolgeva parte degli Zemstva e le ali moderate e radicali dell’intelligencija; nel 1898 però, parte dei membri della Lega si scisse in due partiti: i Bolscevichi e i Menscevichi. In quegli anni prese vita anche il Partito socialista rivoluzionario (PSR), che giocherà un ruolo cruciale nella storia del paese, radunando la maggioranza dei voti popolari.

Per avere un quadro generale più chiaro è bene ricordare il processo di industrializzazione in corso nel paese, con la conseguente nascita di una classe operaia che pian piano iniziava a prendere atto della propria importanza, grazie alla propaganda politica in corso nelle fabbriche. Come del resto ci insegna la storia, ogni paese che vive una rivoluzione economica, e più in particolare industriale, vede l’avvento di una nuova classe sociale che, in quanto emergente, tenta di conquistare un proprio spazio nella scena pubblica portando ad inevitabili disordini civili.

Questi tumulti iniziarono a registrarsi anche nella Russia zarista sotto il regno di Nicola II, aggravati dal contrasto feroce tra le ambizioni del popolo e l’idea di autocrazia incarnata dall’ultimo zar. Nicola II, infatti, influenzato dalla durezza del padre, aveva come riferimento per la sua leadership la tradizione zarista del XVII secolo precedente a Pietro il Grande: un potere autocratico di derivazione divina per il quale lo zar è l’unico interlocutore del popolo. Chiaramente in contrasto con i suoi tempi, la chiusura a qualsiasi tipo di concessione da parte dell’autocrate portò a quella che viene definita la rivoluzione del 1905, che si distingue per la sua articolata periodizzazione e la varietà di momenti che l’hanno caratterizzata.

Questo periodo di disordini, infatti, viene tradizionalmente diviso in quattro periodi; la prima fase è denominata “nazionale” e decorre dal novembre 1904 all’ottobre 1905. La seconda fase, “rivoluzionaria”, si verifica tra l’ottobre e il dicembre del 1905. La terza, “costituzionale”, tra gennaio e luglio del 1906 e infine l’ultima fase, “controrivoluzionaria”, dall’agosto 1906 al giugno 1907.

Nelle sue prime fasi la rivoluzione del 1905 coincise con la guerra contro il Giappone per il controllo della Manciuria.

 

 

Le tensioni russo-giapponesi iniziarono in concomitanza con la costruzione della transiberiana (i lavori iniziarono nel 1891 e vennero definitivamente ultimati nel 1916) che permise all’impero zarista di raggiungere con maggiore facilità i territori cinesi e stabilire una zona d’influenza in Estremo Oriente.

In continuità con la sua tradizione storica, la costante aspirazione dell’Impero russo a conquistare uno sbocco sul mare lo spinse ad espandersi fino alla Manciuria, una regione in cui stava però consolidandosi la presenza giapponese, dando origine alle prime tensioni tra le due potenze.

Gli scontri veri e propri iniziarono con l’attacco giapponese alla flotta russa a Port Arthur, causando numerose e sanguinose sconfitte all’esercito zarista, penalizzato dalla mancanza di sbocchi sul mare accessibili e praticabili, e dalla persistente arretratezza dei trasporti.

Nel frattempo, i territori polacchi facenti parte l’impero videro la nascita dei primi movimenti e partiti nazionali, che spinsero affinché si formasse una coalizione polacco-giapponese in funzione antirussa; l’alleanza però non si raggiunse mai per la mancanza di reali benefici e tornaconti per il Giappone.

 

 

A seguito di ulteriori sconfitte militari, e per gli ulteriori disordini interni che necessitavano l’intervento dell’esercito, l’impero zarista si vide costretto a firmare una pace umiliante; nell’agosto 1905, con il trattato di Portsmouth, la Russia perse ufficialmente il controllo sulla Manciuria e la Corea, sullo sbocco marittimo di Port Arthur e su parte della tratta ferroviaria in Estremo Oriente.

 

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