L’avvocato Stefano Sorvino già Commissario straordinario dell’Arpac – l’Agenzia regionale di protezione ambientale della Campania – è stato nominato Direttore Generale della medesima Agenzia. Questa è la notizia e, messa così, non sembra dirompente.
Proviamo a raccontarla in un altro modo. L’Arpac è finalmente uscita dal suo lunghissimo commissariamento. All’esito dello specifico concorso, Stefano Sorvino è stato nominato Direttore Generale per il prossimo triennio. Dopo l’esperienza maturata come Commissario straordinario dell’Agenzia, potrà ora gestirla pianificandone le attività in un’ottica di medio-lungo periodo. Suona già diversamente.
Ma ancora non si coglie perché i cittadini campani dovrebbero interessarsi ad una nomina che suona come un fatto tutto interno alla burocrazia regionale. Proviamo allora a vedere quali sono concretamente i compiti dell’Arpac: vigilanza e controllo delle conformità ambientali; supporto tecnico-scientifico alla Regione e agli Enti locali; analisi ambientali e sanitarie. Tradotto: autorizzazioni ambientali, Terra dei Fuochi, rifiuti, bonifiche, aria, mare, contratti di fiume. Insomma, è quella che ci dice se e dove possiamo fare il bagno, quanto è inquinata l’aria che respiriamo piuttosto che i fiumi o i terreni agricoli. L’ambiente in generale. Collabora con le Procure, con la Regione, i Comuni e così via. Deve cioè assicurare l’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni di tutela ambientale (LEPTA in burocratese).
Quindi l’Arpac ci interessa da vicino, molto da vicino. E se chi la dirige ha un contratto che scade di anno in anno, precario verrebbe da dire, incontrerà non poche difficoltà nell’assunzione delle necessarie scelte strategiche. Basti pensare che l’Agenzia dispone di un organico effettivo di 540 dipendenti contro i 780 previsti e lamenta una sottodotazione strutturale di risorse finanziarie e tecniche, in rapporto al numero di abitanti della Regione ed alla notoria complessità del territorio.
E’ una buona notizia che la politica abbia rinunciato ad esercitare il proprio potere di pressione (ti rinnovo, non ti rinnovo) e che sia stato individuato il Direttore generale. Ma è stata scelta la persona giusta? Ovviamente non sta a noi giudicare, lo ha fatto un’apposita Commissione in base ad un concorso pubblico per titoli al quale hanno partecipato ben 32 candidati, alcuni dei quali di notevole spessore. Però sappiamo che Sorvino è un avvocato cassazionista esperto in diritto amministrativo e ambientale che vanta un curriculum lungo come la fame. Docente universitario a contratto. Consulente tecnico in materia ambientale di svariate Autorità giudiziarie. Ha gestito le Autorità di bacino Destra Sele, Sinistra Sele, Interregionale del Sele, Campania Sud e Campania Centrale. Presidente dell’acquedotto dell’Alto Calore. Assessore alle politiche ambientali e territoriali della Provincia di Avellino. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche. E così via per ben 43 pagine. Di nostro ci aggiungiamo che è anche un galantuomo.
E come si è comportato da Commissario dell’Arpac? Prendo in prestito le parole di Francesco Greco, Capo della Procura di Napoli Nord, e di Domenico Airoma, Procuratore aggiunto, da me intervistati nel 2018 sulla Terra dei Fuochi. Greco: Quando ci siamo rivolti all’Arpac abbiamo sempre ricevuto risposta. Airoma: L’Arpac è stata da noi coinvolta anche nel protocollo con l’Istituto Superiore di Sanità ed ha fornito dati molto interessanti. E’ il giudizio sintetico di due protagonisti della lotta ai reati ambientali. Un giudizio che riguarda l’intera Agenzia, ovviamente, e non certo solo il suo Commissario. Che testimonia di un lavoro costante e proficuo, utilmente diretto in un quadro generale di collaborazione. Un giudizio che ci sembra esaustivo.
E cosa ci auguriamo che faccia da Direttore generale? Che risolva il problema della carenza di risorse, innanzitutto di personale, potenziando la struttura e la relativa capacità operativa. Che la sburocratizzi e che si faccia carico non solo dell’interlocuzione istituzionale ma anche di quella con i cittadini.
Sorvino ha lavorato in questi anni fra mille problemi, interni ed esterni, ma è riuscito a svolgere il suo ruolo in autonomia raggiungendo gli obiettivi dell’intensificazione dei controlli ambientali, dell’informatizzazione dei dati, della stabilizzazione di molti dipendenti. Nella fase dell’emergenza Covid-19, risulta abbia realizzato un programma straordinario di controllo delle matrici ambientali di interesse strategico.
Ma il nostro territorio resta malato ed ha bisogno di diagnosi e cure. Il Direttore Generale dell’Arpac adesso ha davanti a sé almeno tre anni di lavoro, vogliamo un colpo d’ala.