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Lamorgese quinta campana al Governo

by Lucia Severino
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“La funzione prefettizia ha un valore intrinseco e profondo che … risiede nella capacità di orientare un ruolo istituzionale delicato e complesso al pieno ed effettivo esercizio della comunità, assicurando a tutti i cittadini un presidio sicuro nel garantire diritti civili e spazi di libertà solidale”. Sono parole scritte nel 2016 dalla neoministra Luciana Lamorgese, contenute nella sua prefazione al libro di Stefano Sorvino sulla figura del proprio padre Guido.

Sentire un Ministro degli interni, allora Prefetto, parlare di diritti civili e di spazi di libertà solidale apre il cuore e fa ben sperare per la futura gestione di un dicastero la cui attività incide così fortemente sulla nostra libertà individuale e collettiva.

D’altronde Luciana Lamorgese è figlia d’arte e si è formata in un contesto istituzionale di valore assoluto. Il padre Italo, Prefetto anch’egli, viene descritto così da Sorvino nel suo libro: “…funzionario integerrimo e di elevato profilo istituzionale, dal tratto distinto e signorile ma anche grintoso, dalla solida formazione giuridica e con ottime capacità operative, fermo ed energico, in grado di coniugare efficienza e pragmatismo”.

Ma la Ministra è anche, in parte, figlia della nostra terra. Ha frequentato infatti il liceo classico di Avellino quando il padre ne fu Prefetto negli anni ’70 e ci piace sottolineare questa contiguità territoriale, questa vicinanza culturale della quale la Campania ha bisogno e nella quale ripone profonde aspettative.

La scelta di una figura tecnica al Governo non rappresenta necessariamente una garanzia di risultato e può anzi, soprattutto agli Affari interni e alla Difesa, presentare evidenti controindicazioni. Però nel nostro caso alla chiara competenza e alla profonda esperienza si unisce una sensibilità civile e istituzionale, un radicamento territoriale che auspicabilmente faranno del Ministero un presidio sicuro dedicato al pieno ed effettivo esercizio della comunità.