Nella mattinata odierna del 15 dicembre 2023, nella Palestra Grande degli Scavi di Pompei, si svolgerà la Presentazione Stampa della mostra L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio, che reca un significativo sottotitolo: La quotidianità degli ultimi raccontata in primo piano.
L’evento si inquadra nella linea d’azione, che emerge sempre più con chiarezza, del Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel il quale ha impresso una svolta decisa alla propria attenzione verso la Pompei “spesso silenziosa nelle fonti antiche”, come si legge nell’invito Stampa che si dipana così:
La vita quotidiana della popolazione comune, composta da schiavi, liberti, artigiani e lavoratori di varia categoria, quella Pompei spesso silenziosa nelle fonti antiche, è in primo piano nella mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” in programma dal 15 dicembre alla Palestra grande degli scavi. Attraverso sette sezioni, circa trecento reperti e tre installazioni multimediali, il percorso espositivo consente di seguire idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano a questa popolazione, dalla nascita fino alla morte indagandone le attività quotidiane, l’alimentazione, i rapporti personali, i costumi e gli svaghi, ma anche il rapporto con il mondo esterno e con la fede religiosa e l’aldilà.
La mostra sarà inaugurata e presentata alla stampa dallo stesso Direttore del Parco archeologico di Pompei e poi aperta al pubblico a partire dalle ore 14.00 di oggi.
Dal titolo emerge un altro dato significativo che conferma la nuova visione – estesa al comprensorio vesuviano – di cui si fa portatore Gabriel Zuchtriegel. La quotidianità antica del Vesuvio e delle popolazioni insediate ai suoi piedi emergerà dalla mostra, mentre ancora non si è spenta l’eco del ritrovamento del “Panificio Prigione” nella Regio IX, Insula 10. L’antico pompeiano, proprietario e panificatore, un tale Rustio Vero, utilizzava personale ridotto praticamente in schiavitù – non diversamente dagli animali impiegati per macinare il grano necessario a produrre il pane – in un ambiente angusto e munito soltanto di piccole finestre con grate in ferro. Uno scenario sorprendente emerso dove sono in corso scavi per il progetto di messa in sicurezza e manutenzione dei fronti perimetrali dell’area ancora a sepolta della Città antica. Ma la nostra memoria va allo scrittore Apuleio, in quale – nelle sue Metamorfosi – racconta l’esperienza di Lucio, il protagonista, trasformato in asino e venduto a un mugnaio. Pompei, con la propria quotidianità sigillata dal Vesuvio, riconferma così la visione letteraria di Apuleio, che si riteneva fantastica. La Mostra si muove nel medesimo solco della conoscenza della quotidianità antica.