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L’aeroscalo “Pompei” di Scafati

Da campo d’aviazione a campo di concentramento

by Federico L.I. FEDRICO
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Continua da https://www.genteeterritorio.it/il-campo-daviazione-di-pompei/, https://www.genteeterritorio.it/valle-di-pompei-in-volo-dalla-mongolfiera-al-dirigibile/ e https://www.genteeterritorio.it/laeroscalo-pompei-dismesso-da-quasi-un-secolo/.

 

Questo è l’articolo di chiusura della storia, tutto sommato molto breve, dell’Aeroscalo “Pompei” di Scafati. Una storia che si arricchisce di una inattesa pagina finale. Una pagina denegata, sfuggita allo storico del Campo d’Aviazione, soltanto perché, forse, soffocata in archivi segreti. Procediamo dunque, fino a rivelare tutta la Verità, se ci sarà possibile.

Abbiamo raccontato che il Demanio della Marina – chiusosi ufficialmente l’Aeroscalo nel 1928 – mise all’asta l’intera area, insieme alle baracche.

La gara fu aggiudicata nel 1939 a una grande società immobiliare napoletana, oggi l’autorevolissima ICE SNEI Spa.

Ma sopraggiunse la Seconda Guerra mondiale… e le strutture costruite per l’Aeroscalo – tra cui c’era anche una polveriera – negli anni seguenti furono oggetto di silenti e incessanti occupazioni abusive da parte dei contadini del posto.

Annotiamo ancora, solo per cronaca, che l’Hangar del Campo fu demolito con un appalto specifico nell’immediato dopoguerra, fungendo poi negli anni successivi anche da sito di “rifornimento” dei materiali recuperabili tra i resti murari rimasti in loco, anche sotto il piano di campagna. Una sorta di cava di prestito ut sic.

Lo storico Pesce ha dedicato molta attenzione all’intricato sviluppo pluridecennale di queste vicende amministrative, che infine vedono ancora oggi la Società napoletana ICE SNEI Spa vantare la piena proprietà degli immobili superstiti e dei suoli, intaccati fortemente negli ultimi decenni dalla costruzione del cavalcavia del fiume Sarno, oggi Ponte Antonio Morese.

Noi di Gente e Territorio, da cronisti, su questi aspetti sorvoliamo, salvo sviluppi futuri, anche perché – come scrivemmo – le strutture superstiti del campo di Aviazione sono vincolate come Beni Culturali. Sono infatti beni immobiliari tutelati ex lege: la Legge N° 78/2001, la quale stabilisce il loro specifico status di Testimonianza storica e, già al primo articolo, recita espressamente così: “La Repubblica riconosce il valore storico e culturale della vestigia della Prima Guerra Mondiale.” La Regione Campania e il Comune di Pompei sono per Legge pertanto tenuti a tutelare e a valorizzare le strutture superstiti.

Prima di chiudere, però, non possiamo non rievocare un evento bellico della Seconda Guerra Mondiale che vide il Campo d’Aviazione essere oggetto di un bombardamento da parte di una formazione di cacciabombardieri alleati, provenienti a bassa quota dal mare del golfo di Castellammare.

Il bombardamento – forse attirato dalla grande mole dell’Hangar dell’Aeroscalo, che si imponeva sulla piatta campagna, ancora pochissimo inurbata nel 1943 – ebbe effetti micidiali. Si contarono sei morti, con i corpi straziati dalle bombe.

Scampò al bombardamento un giovinetto di una quindicina d’anni, Vincenzo Malafronte che, abitando in zona, si interessò insieme ai propri familiari per la decorosa inumazione delle salme, trasportate al Cimitero su un misero carretto utilizzato per lavori agricoli.

E sarebbe finita qui la nostra cronaca sull’Aeroscalo “Pompei”…

Ma abbiamo incontrato sulla nostra strada un ricercatore giovane, Sebastiano Sabatino, il quale ci ha fornito notizie e prove incontrovertibili sull’uso della struttura militare come prigione. Diciamo pure come: “Campo di Concentramento militare”!

Il fatto, negli anni, era passato sommessamente di bocca in bocca, affievolendosi fino a scomparire, senza mai però essere chiaramente delineato nei dettagli narrativi.

Oggi possiamo porgere al lettore alcuni documenti fotografici grazie ai quali si è di colpo diradata la nebbia persistente sull’uso del Campo di Aviazione di Pompei dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, che vide l’Aeroscalo militare “Pompei” trasformarsi in Campo di concentramento.

Ora si capisce meglio la scomparsa di notizie dagli archivi accessibili per il periodo immediatamente successivo alla fine della Prima Guerra Mondiale, detta anche Grande Guerra, chiusasi sui campi di battaglia il 18 Novembre 1918.

Essa rimane il più sanguinoso conflitto armato mai verificatosi fino ad oggi, nel Mondo.

 

La tabella sinottica dei dati numerici apocalittici della Grande Guerra l’abbiamo tratta dal sito WEB- Trentino Grande Guerra.

Dal sito, e non solo da esso, stralciamo anche le notizie significative per la nostra inchiesta giornalistica. Eccole!

Sul Fronte Italo-Austriaco i prigionieri Italiani furono circa Seicentomila, mentre gli Austroungarici nelle mani delle Forze Armate Italiane furono Circa Quattrocentottantamila.

Tra essi circa seicento Ufficiali. Sono numeri impressionanti, trattandosi di essere umani. Comunque, in Italia i Prigionieri di guerra furono alloggiati in “…vecchie fortezze sette ottocentesche in disuso e di proprietà militare. Solo successivamente furono costruiti ex novo dei veri e propri campi di prigionia, che vennero allestiti al di fuori della zona di guerra e in prevalenza nell’Italia centro-meridionale (…) anche in Italia tutti i prigionieri abili al lavoro venivano quindi impiegati attivamente nell’economia bellica e, in particolare, nei lavori agricoli (60.000). Nel 1920 rimanevano ancora in Italia 6.000 prigionieri di guerra…”

Non pochi, dunque. L’aeroscalo “Pompei” di Scafati fu tra i 270 siti italiani trasformati in Prigione, anzi più precisamente in Campo di Concentramento.

 

 

Forse esso fu destinato agli Ufficiali, considerato il numero esiguo di prigionieri – alcuni impiegati in lavori agricoli – ritratti nelle quattro foto tratte dal sito WEB Canadian Sources, che chiudono l’articolo. Tra esse compare anche la foto di gruppo che apre l’articolo.

Ora finalmente si comprende la scomparsa di ogni notizia relativa all’Aeroscalo “Pompei” dagli archivi militari accessibili…

Ma noi siamo riusciti a recuperare pezzi di storia perduta che saranno stati coperti dal Segreto militare a lungo. (Fine)