Molto interessante l’articolo del professore Spirito, Presidente dell’AdSP del Mare Tirreno Centrale, apparso sulla stampa alcuni giorni fa con il titolo “la rete dei porti tra Campania e Israele”.
I dati economici sono completi e mostrano quello che è ben noto a chi tratta questa materia quotidianamente, non vi è nulla da aggiungere sotto questo profilo.
Vale la pena ricordare, però, che quando nel maggio 1948 fu dichiarata l’indipendenza e la nascita dello stato di Israele nessuno avrebbe scommesso neanche sulla sopravvivenza di questo popolo, attorniato come era da stati sovrani nemici pronti a distruggere questa nuova nata realtà, figuriamoci sulla successiva crescita economica consistente e di qualità che si è verificata.
Gli sfuggiti alle persecuzioni, i sopravvissuti della guerra o semplicemente coloro che volevano tornare alla terra di Israele, alla culla del popolo ebraico, si imbarcavano su navi di tutti i generi: mercantili, piroscafi, semplici battelli, già nel 1955, per raggiungere quella che per tutti loro era la terra dei padri e si imbarcavano anche e soprattutto dal porto di Napoli.
Io non c’ero ovviamente, ma mi è stato raccontato da chi queste scene le viveva quotidianamente e vedeva i signori Frankel, Pagis, Radt, Lagstein, Ben Zeevi, Singer, Gendelman imbarcarsi in nuclei familiari completi su navi che si chiamavano Kedmah, Negbah, piuttosto che Zion o Artza e Galilah.
La storia della prima flotta pubblica israeliana è strettamente collegata a questa ondata di immigrazione e alla necessità per lo stato di Israele di garantirsi rifornimenti e trasporto indipendente ed è cominciata già nel 1947 quando nacque la ZIM, di bandiera israeliana, della quale lo stato di Israele ha mantenuto una golden share ancora fino al 2004.
Nata come vettore per il trasporto di immigranti dai nostri porti ai porti del futuro stato di Israele,
questa Compagnia è cresciuta e diventata una delle maggiori Compagnie di navigazione mondiali globali.
Successivamente, negli anni a cavallo tra ‘60 e ’70, fu pioniera nell’adottare una tecnologia nuova per quei tempi e che avrebbe costituito la più importante invenzione del trasporto via mare del 900’: l’uso del container per il trasporto delle merci, con conseguente costruzione e utilizzo di una flotta di navi portacontenitori.
La storia della ZIM Armatore e Agenzia Marittima è strettamente collegata al Mediterraneo, all’Italia e non ultimo al porto di Napoli, visto che dal 1955 è qui presente con servizi settimanali, schedulati, uffici di rappresentanza, prima l’agenzia Avigdor, poi diventata Star Agenzia Marittima, ed infine con ZIM Italia Ufficio di Napoli.
Ed è incredibile come le vicende economiche e del trasporto siano sempre state per tutti noi strettamente collegate con le vicende politiche dello stato di Israele.
La guerra dei 6 giorni del 1966 lasciò uno strascico forte negli uffici di Napoli, dove stazionò per lungo tempo personale della sicurezza e la parte riservata al pubblico venne blindata con vetri antiproiettile nel timore di ritorsioni e violenze.
Nella vita di tutti i giorni parlare in una confcall con i colleghi degli uffici israeliani, magari in un periodo di recrudescenza delle ostilità e di lanci di missili dal Libano e sentirli comunque attendere ai loro compiti con tranquilla indifferenza, questa capacità innata che bisogna riconoscergli storicamente di convivere con la guerra e i suoi fatti, è una cosa che mi ha sempre colpita molto.
Credo che le difficoltà e le resistenze che hanno trovato sulla loro strada da quel lontano 1948 li abbiano resi, con un termine che si usa molto ora, resilienti ossia capaci di affrontare e superare eventi traumatici con la stessa capacità che hanno quando trattano un affare.
Quando negli stati Uniti ci si accorse che la proprietà del terminal contenitori di Los Angeles/Long Beach era in mani arabe, chi non trovò nulla da ridire fu proprio il management della mia Compagnia.
Perché, cosa volete, business is business.
di Flaminia Marzullo
Naples office coordinator – ZIM Italia