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La ruota panoramica nel porto di Napoli

by Pietro Spirito
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Accade sempre a Napoli da qualche tempo durante le festività natalizie: fioccano le polemiche sugli addobbi e sull’arredo. E’ capitato con N’Albero, poi con il Cuorno che non è stato mai montato per il parere negativo della Sovrintendenza, è successo ancora con le installazioni curate lo scorso anno dalla Camera di Commercio nelle principali piazze della città. C’era stata l’intenzione di fare quest’anno una operazione in grande stile sulle luminarie, ma il costo aumentato dell’energia elettrica ha indotto a più miti consigli. Nulla si è fatto anche dell’operazione annunciata dalla Camera di Commercio per decorare 10 alberi nel cuore della città, al modico impegno finanziario di mezzo milione di euro.

Siamo così arrivati ormai proprio sotto le vacanze natalizie e non ci siamo fatti però mancare le polemiche. Stavolta tocca alla ruota panoramica che l’Autorità Portuale di Sistema del Mar Tirreno Centrale ha autorizzato qualche giorno fa, con la stipula di una concessione per montare questa gigantesca macchia di acciaio nell’area antistante la Stazione Marittima, ad un tiro di schioppo di distanza dal Maschio Angioino. Con dieci piani di altezza nel cuore del centro storico metropolitano la ruota è stata autorizzata sino al 28 febbraio, mentre la società di gestione nella sua richiesta intendeva tenerla in funzione sino alla prossima Pasqua.

Il canone concessorio accordato dal porto di Napoli risulta pari a poco meno di 2.700 euro, una cifra sostanzialmente simbolica. Non è andata così, dal punto di vista della procedura e dal punto di vista degli introiti demaniali, nel porto di Cagliari dove la stessa società ha vinto una gara per installare una analoga ruota panoramica, operativa dal 24 ottobre 2020 sino al 10 gennaio 2021.

Per giungere a questo esito è stata aggiudicata una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento, in concessione demaniale marittima, di un’area di circa mille e cento metri quadri compresa tra il Molo Sanità e la Calata via Roma, sulla quale è stata posizionata l’attrazione.

La società aggiudicataria è stata City Eye Srl, con sede a Mercato San Severino (Salerno), la stessa azienda che ha presentato domanda alla AdSP del Mar Tirreno Centrale: nel 2020 ha registrato un fatturato di 860mila euro ed un utile di 273mila euro, una redditività davvero rispettabile. La società ha infatti ottenuto il punteggio complessivo più alto rispetto ai concorrenti: Emme.Ci.Esse di Taranto e la Ditta Lupetti Roberto di Pistoia.

Il canone concessorio – nel caso del porto di Cagliari – è stato di poco superiore a 30 mila euro, in leggero rialzo sul canone a base di gara, determinato in 29 mila e 626 euro dal Regolamento d’uso delle aree demaniali marittime ricadenti nella circoscrizione dell’AdSP, dalle disposizioni dell’Agenzia del Demanio e del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

C’era già stato un tentativo di utilizzare il porto di Napoli quale piattaforma delle festività: era accaduto con il Cuorno, la cui installazione non era stata concessa sul lungomare. All’epoca il canone richiesto era stato pari a mezzo milione d’euro e gli imprenditori erano scappati a gambe levate. Non va dimenticato che un attrattore nel cuore della città costituisce un volano di ricavi particolarmente robusto: che tutto il vantaggio sia lasciato all’operatore privato, con l’operatore pubblico che incassa le briciole, non sarebbe mai una buona idea.

C’è poi il motivo di opportunità, che riguarda l’impatto paesaggistico, sul quale deve pronunziarsi la Sovraintendenza. Il montaggio della ruota è iniziato ieri senza che nemmeno sia pervenuto tale giudizio. Era stata appena firmata la concessione che il cantiere ha cominciato ad operare, per bruciare le tappe e probabilmente per mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Staremo a vedere quale sarà il parere della Sovraintendenza che in quell’area, anche giustamente, ha evidenziato correzioni da apportare per questioni di centimetri.

Ma nulla sapeva di questo affidamento per l’installazione della ruota panoramica neanche il Comune di Napoli, che pure dovrebbe esprimersi in materia, considerato che lo ha sempre fatto in tema di installazioni portuali che, pur riguardando il territorio demaniale marittimo, hanno una chiara incidenza sulla città.

Molte sono state le richieste di installare ruote panoramiche in territorio comunale e sono state sinora tutte respinte. Napoli è una città panoramica, come dovrebbe essere noto. Queste ruote vengono installate in città pianeggianti che non possano mostrare le bellezze metropolitane. Non è affatto questo il caso di Napoli che gode di una molteplice serie di punti panoramici che, in presenza di una ruota, perderebbero la loro capacità attrattiva. Per installare un attrattore artificiale, comprometteremmo il fascino di molti attrattori naturali. Un autogol di proporzioni gigantesche per il turismo cittadino. Un altro modo per rendere questa città il modello del turismo mordi e fuggi che critichiamo, come pure sta accadendo da diversi anni a questa parte.

Ma non ci fermiamo qui sotto il profilo del mancato coinvolgimento comunale. Il Regolamento in materia di prestazione di servizi aggiuntivi resi dalla Polizia Locale di Napoli, a titolo oneroso ed a favore di soggetti privati, stabilisce che quando si determinano interventi di privati che inducono prestazioni aggiuntive della polizia municipali.

Questo è certamente il caso della ruota panoramica, che genera un impatto sul traffico e sulla viabilità dell’area; seguendo il Regolamento, il Comune deve stabilire in una conferenza dei servizi con i soggetti interessati i corrispettivi che servono a remunerare i costi sopportati. Neanche questo passaggio è stato operato e risulta certamente indispensabile per il corretto funzionamento dell’iniziativa.

Non c’è un solo profilo convincente in questa improvvisazione sbucata sotto l’albero di Natale. La ruota panoramica è una metafora della città. Danneggia il turismo, regala valore a un privato, trascura il ruolo delle istituzioni. Eppure, il Presidente della AdSP aveva assicurato che il suo compito era quello di attuare la volontà politica dei territori, null’altro. In questa vicenda non se ne trova traccia, almeno se ci riferiamo alle autorità cittadine. Forse, piuttosto, c’è una anticipazione di cosa sia “Burocrazia Zero” per il Presidente De Luca: piani paesaggistici, sovraintendenze, porti sotto il suo dominio. Pieno ed incontrollato, avrebbe aggiunto Aldo Moro, quando la politica era un esercizio sofisticato nell’interesse pubblico.