Lo scorso 11 luglio è stato presentata “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo”. Un documento di orientamento strategico a partire dall’analisi dell’evoluzione tecnologica dei motori e dalla disponibilità, anche in termini di infrastrutture, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica. Il lavoro è a cura dell’Eni, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, con il contributo di tre delle più grandi aziende produttrici di motori navali (Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions). Oltre a Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA, che ha supervisionato il lavoro di 40 esperti.
Nel mondo, ogni giorno, più di 100.000 navi mercantili trasportano 12 miliardi di tonnellate di merce all’anno. Il 90% delle merci è trasportato via acqua. Le emissioni ad effetto serra generate si stima pesino per circa il 3% sul totale mondiale delle emissioni climalteranti. A livello europeo, il trasporto marittimo muove circa il 75% del commercio extra-europeo e il 36% dell’intra-EU.
Per contenere, fino ad azzerare, le emissioni di CO2 e rispondere adeguatamente ai target fissati dalla Commissione europea, nonché agli obblighi definiti dall’IMO (International Marine Organization), necessitano soluzioni di breve, medio e lungo termine. I vettori energetici disponibili sono vari: HVO, FAME, GPL, GNL e le sue soluzioni bio e rinnovabili, metanolo, ammoniaca, carburanti sintetici e idrogeno. Ma diversi nelle applicazioni e nelle prospettive, condizionate dalla disponibilità di materie prime e dalle infrastrutture esistenti. I biofuels rappresenterebbero nel breve-medio termine una soluzione già disponibile ed è emersa la volontà di realizzare casi pilota, che soddisfino i target europei e garantiscano la competitività, tenendo conto di un naviglio mondiale con un’età media di poco sotto i 22 anni e con tempi di sostituzione molto diversi.
I produttori di motori sono pronti per realizzare soluzioni ad hoc per le diverse tipologie di combustibile. Gli armatori si stanno orientando per i nuovi ordini verso motori mono fuel (in via sperimentale anche con la cattura a bordo della CO2 per il GNL o con tecnologie che possano catturare il carbonio in forma solida) e dual fuel (che utilizzano vettori liquidi o gassosi anche bio, metanolo e nel lungo termine ammoniaca e idrogeno).
“…è bene ribadire che quando si parla di combustibili alternativi è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione e infine per lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave”. Hanno dichiarato Mario Mattioli, Presidente di Confitarma, e Stefano Messina, Presidente di Assarmatori.
“Come Eni crediamo molto in questo progetto, esempio inclusivo di collaborazione tra tutti gli attori del settore, che per noi rappresenta solo un primo passo sia per promuovere soluzioni già mature come i biofuels che sperimentare soluzioni più di lungo termine”. Ha dichiarato Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni.