Vecchi relitti dell’Italsider di Bagnoli
Lo scorso 28 ottobre 2023, nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova di Napoli, il prof. Alessandro Bianchi, Direttore della scuola nazionale di rigenerazione urbana, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: “La rigenerazione urbana: un nuovo modo di fare urbanistica”, rivolta agli amministratori locali under 35.
Questi gli argomenti trattati:
- Il concetto di rigenerazione urbana
- Il patrimonio edilizio dismesso
- Il requisito della sostenibilità
- Casi esemplari e ferite aperte
Vi proponiamo una sintesi della lectio a puntate, suddivisa per argomenti (precedenti: https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-1-il-concetto-di-rigenerazione-urbana/; https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-2-il-patrimonio-edilizio-dismesso/; https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-3-il-requisito-della-sostenibilita/; https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-4-casi-esemplari-la-ruhr-e-glasgow/; https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-5-casi-esemplari-bilbao-e-vauban/; https://www.genteeterritorio.it/la-rigenerazione-urbana-6-casi-esemplari-torino-roma-milano-e-carbonia/).
- Casi esemplari e ferite aperte.
Abbiamo parlato degli aspetti metodologici e delle problematiche che riguardano la rigenerazione urbana. Abbiamo eseguito una ricognizione di esperienze pratiche che sono state attuate e che riguardano per la gran parte esperienze maturate in Gran Bretagna, Germania e Francia e solo in misura molto contenuta in Italia, dove invece non si può fare a meno di segnalare casi al contrario, vale a dire di mancate azioni di rigenerazione urbana con tutte le conseguenze che hanno comportato.
Veniamo dunque alle ferite aperte: la Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche e l’Italsider di Bagnoli.
Scheda 9 – La Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche.
E’ un caso unico di stabilimento industriale dismesso nel momento stesso della sua attivazione.
Costruito all’inizio degli anni Settanta nell’ambito del cosiddetto “Pacchetto Colombo”, avrebbe dovuto produrre bioproteine sintetiche per mangimi, ma il Ministero della Sanità non autorizza la produzione e lo stabilimento viene chiuso subito dopo l’apertura (1974).
Per trenta anni si susseguono passaggi di proprietà e vengono avanzate le ipotesi più fantasiose compresa la costruzione di una centrale termoelettrica a carbone presentata nel 2006 che si trascina in un balletto di approvazioni e dinieghi fino alla definitiva bocciatura nel 2015.
In tutti questo lungo periodo la situazione rimane congelata, senza che venga eseguito alcun intervento di bonifica, mentre gli impianti vanno progressivamente in fatiscenza e il porto di servizio si insabbia.
In conclusione, un completo fallimento dell’operazione industriale, lo stravolgimento di uno straordinario paesaggio marino, i danni causati dalla costruzione del porto hanno determinato ad oggi una situazione di degrado ambientale e di disagio sociale.
L’unica iniziativa positiva è il concorso internazionale promosso nel 2012 dalla Provincia di Reggio Calabria per la “Riqualificazione del waterfront di Saline Joniche e la realizzazione di un Parco naturale e Antropico”, vinto da un gruppo internazionale. Ma a tutt’oggi il progetto non ha avuto alcun seguito.
Scheda 10 – L’Italsider di Bagnoli.
La storia dello stabilimento siderurgico Italsider di Bagnoli non è solo un caso di fallimento industriale, ma anche un esempio eclatante di aggressione ad un ecosistema ambientale, paesaggistico e insediativo di enorme valore, nonché una drammatica vicenda sociale legata alla perdita di migliaia di posti di lavoro.
La si può riassumere in estrema sintesi a partire dalla data simbolica dell’ultima colata il 20 ottobre 1990, cui fa seguito la chiusura ufficiale nel 1992.
1991
- La Meriport del gruppo Iri presenta il progetto di Cesare De Seta e Renzo Piano “Studio urbanistico dell’area di Bagnoli e linee guida per lo sviluppo del porto turistico di Bagnoli” che prevede di realizzare un Museo della Scienza e dell’Archeologia industriale, un Centro artistico espositivo e un Centro Congressi, oltre ad un porto turistico.
La proposta non viene accolta dal Comune di Napoli.
- Sempre nel 1991 nasce la Fondazione Idis-Città della Scienza che presenta il progetto per la realizzazione della “Città della Scienza”.
1994
- Con delibera Cipe vengono stanziati 343 miliardi di lire per la bonifica e 104 miliardi per la realizzazione della Città della Scienza e, contemporaneamente, si avvia la vendita degli impianti alla Cina e all’India.
- Il Comune di Napoli presenta il Progetto Napoli 2000 con il quale si intende creare «al posto delle ciminiere, una riviera di città turistica, bella forse più di via Caracciolo, nell’incantevole scenario tra l’isoletta di Nisida e il litorale flegreo, un mare balneabile per due terzi, la spiaggia, un parco, e verso l’interno strutture per la ricerca scientifica, attrezzature alberghiere e turistiche».
Di questo progetto non si ha più traccia.
1996
- Il Comune di Napoli approva una Variante di salvaguardia del Prg per la zona occidentale che prevede la bonifica ambientale di 2.0 milioni di mq, per la quale lo Stato stanzia progressivamente 390 miliardi di lire. Il primo lotto di lavori di bonifica relativo alla spiaggia di Coroglio (25 miliardi lire) sarebbe dovuto terminare nel 1997, ma viene prorogato fino al 2003 e poi se ne perde traccia.
2000/2003
- Il Comune di Napoli approva il Piano urbanistico di Bagnoli-Coroglio e acquisisce il possesso di tutte le aree di Bagnoli- Coroglio.
- Si costituisce la Bagnoli Futura-SPA tra Comune di Napoli (90 per cento), Regione Campania (7,5 per cento) e Provincia di Napoli (2,5 per cento), che assume il compito di provvedere alla bonifica e alla valorizzazione dei suoli.
- Viene completata la “Città della Scienza”.
2006
Bagnoli Futura aggiudica il Concorso internazionale di progettazione del Parco Urbano di Bagnoli-Coroglio e presenta tre progetti esecutivi: Parco dello Sport, realizzato con una spesa di 42,7 milioni di euro; Turtle Point e Centro Espositivo, realizzato con una spesa di 13,2 milioni di euro; Porta del Parco per una spesa di 38,0 milioni di euro.
2013
- Le aree della ex Italsider e della ex Eternit vengono poste sotto sequestro.
Un incendio doloso distrugge la Città della Scienza, unica seria iniziativa avviata a Bagnoli e da quel momento la Fondazione Idis viene emarginata e il sito su cui sorgeva la Città della Scienza viene destinato a zona balneare
2014/2017
- Bagnoli Futura fallisce con un crac di circa 120 milioni di euro.
- La legge “Sblocca Italia” nomina un Commissario governativo e un Soggetto attuatore (Invitalia) per la «bonifica ambientale e rigenerazione urbana dell’area di rilevante interesse nazionale Bagnoli-Coroglio».
- Invitalia comunica che occorre bonificare l’intera area, comprese le parti già oggetto di bonifica, in quanto una perizia del Tribunale di Napoli asserisce che per come sono stati realizzati gli interventi di bonifica «si ritiene abbiano compromesso la futura fruibilità dei luoghi, arrivando talora ad incrementare le concentrazioni inquinanti esistenti prima della bonifica».
2019/2021
- Invitalia bandisce il Concorso internazionale di idee Bagnoli UrbaNAture per il quale vengono presentate trentasei candidature.
- Il concorso viene aggiudicato progetto “Balneolis e la nuova stagione felix” che – si dice nella relazione – “racconta del ritorno all’ideale di Campania Felix; è declinato secondo una interpretazione contemporanea del genius loci, che si esprime con l’esaltazione dei caratteri naturali, agricoli, cromatici, estetici e del benessere propri di questo Sito”.
Una descrizione che alla luce della storia e della realtà di Bagnoli appare a dir poco offensiva per Napoli e i suoi cittadini
Anche se tratteggiata per punti salienti la vicenda di Bagnoli appare come una incredibile combinazione tra incapacità di gestione da parte delle amministrazioni pubbliche a tutti i livelli, inconsistenza delle azioni dei commissari ad acta, rapacità di imprenditori d’assalto e fallimentare gestione delle società che hanno operato.
Un caso limite, che ha determinato uno sperpero enorme di denaro pubblico, ha alterato un ambiente naturale di grandissimo pregio e ha aperto una ferita lacerante nel cuore di Napoli.
Fine