Si è svolta venerdì 11 gennaio la V edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. Nata da un’idea di Rocco Schembra, docente di greco e latino di un liceo siciliano. L’iniziativa ha avuto nel corso degli anni un successo sempre maggiore, ottenendo l’approvazione e il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e arrivando a coinvolgere in ogni parte d’ Italia ben 433 licei che, in contemporanea, tra le 18.00 e le 24.00, hanno aperto le loro porte alla cittadinanza per offrire performance di varia natura: concerti, letture di classici antichi e moderni, dibattiti con personalità del mondo della cultura, dell’arte e della politica, video, cortometraggi, mostre, incontri con autori di libri, esperimenti scientifici, degustazioni a tema ispirate agli antichi e tanto altro. Nel mese decisivo per la scelta e per l’iscrizione degli studenti ai diversi indirizzi scolastici, questa manifestazione diventa anche un originale e insolito Open Day.
Anche quest’anno il Liceo Umberto I di Napoli, diretto da Carlo Antonelli, ha aderito alla pregevole iniziativa della Notte, compiendo un notevole sforzo organizzativo e presentando un programma ispirato al tema della vita come viaggio, strada, cammino da vivere e da raccontare.
E dunque, dopo il video comune di apertura, un coro di studenti, dopo aver fatto il proprio ingresso nella gremita Aula Magna al ritmo di Ἄνδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα (“L’uomo raccontami, o Musa”), incipit del “poema del viaggio” per eccellenza, ovvero dell’Odissea, ha dato vita e voce ad una breve Rapsodia di viaggiatori antichi e moderni, passando dalle avventure di Ulisse alla lettura corale della celebre Itaca di Konstantinos Kavafis in una versione plurilingue del tutto inedita (neogreco, italiano, tedesco, inglese, francese e spagnolo) e di versi di altri grandissimi poeti greci moderni, come Jannis Ritsos o il Premio Nobel Giorgios Seferis.
Si è tenuta poi una singolare tavola rotonda, che ha visto il convergere di sguardi e prospettive diverse sul tema di fondo, quello appunto del viaggio. Il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, ha illustrato il viaggio (da Civitavecchia a Palermo) sulla “Nave della legalità”, altra eccellente iniziativa di altissimo valore formativo dedicata alla storia di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino e che vede da anni coinvolte molte scuole, tra cui lo stesso Liceo Umberto, nell’ottica di una educazione alla cittadinanza attiva. Il magistrato ha poi risposto a domande di allievi anche giovanissimi sul suo quotidiano e gravoso impegno contro la mafia e la camorra.
A seguire, una giovanissima archeologa e studiosa del mondo classico, M. D’Onofrio, ha ripercorso le tappe del viaggio degli antichi Greci sulle coste dell’Italia meridionale, con particolare riferimento all’approdo in Campania, coniugando i riferimenti storici con immagini tratte dal repertorio iconografico del mondo antico.
Infine, la Prof.ssa Rossana Valenti (Università Federico II) ha dialogato sul topos del viaggio nella poesia e nella letteratura classica con l’attore Enzo Salomone, che ha dato voce con grande bravura e con raffinata sensibilità interpretativa ad alcuni tra i più celebri versi di tutti i tempi, da Omero a Virgilio a Dante.
Terminati gli interventi dei relatori, gli studenti delle varie classi dell’Istituto hanno guidato i visitatori nelle varie aule, dove hanno preso vita tanti progetti nati dai percorsi di studio realizzati, nonché dalla creatività, dal talento e dall’energia degli studenti coordinati dai loro insegnanti. Ricco e vario il programma di questo “viaggio nel viaggio” per chi abbia avuto l’opportunità di assistere e di lasciarsi toccare da suggestioni e riflessioni offerte sul modo di vivere, di sentire, di pensare nel corso delle varie tappe: dal viaggio nel mito e nella storia al pellegrinaggio come viaggio dell’anima, dal viaggio di parole, idee e sentimenti al viaggio negli Inferi, dal viaggio del libro dai manoscritti alla stampa al viaggio nell’opera di Shakespeare o a quello nelle collezioni scientifiche del Liceo Umberto o ancora al lungo cammino verso la parità di genere, solo per fare alcuni esempi.
Un intervento canoro-musicale curato da alcuni studenti ha poi chiuso in bellezza la serata.
Iniziative come questa – o come l’imminente Giornata Mondiale della Lingua e Cultura Greca (8/9 febbraio) giunta quest’anno alla IV edizione – promosse con l’intento di agire sul piano pedagogico, culturale e politico, che è poi il senso autentico dell’humanitas, alimentano e valorizzano senza dubbio, dandone anche una dimostrazione concreta, la tesi dei sostenitori della eccezionale valenza formativa e della immutata validità degli studi classici. La scuola infatti, recuperando l’originario significato politico nella sua accezione più nobile, si trasforma in questa occasione in una sorta di “teatro della polis”, ovvero in un luogo in cui si raccolgono delle persone, dei cittadini: alcuni recitano o mostrano diversi talenti e capacità, altri vedono e ascoltano, si emozionano e reagiscono secondo la propria sensibilità, ma comunque si ritrovano insieme in un viaggio, in un percorso di assunzione di responsabilità individuale e collettiva, in un cammino di (ri)costruzione di un sistema di valori fondanti una cultura e una società. Questo consente ai ragazzi di esprimere, attraverso la molteplicità degli sguardi e dei linguaggi usati, talenti nascosti, o che spesso rimangono inespressi nelle aule durante le canoniche lezioni frontali, nonché di assumere una nuova consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.
E non vi è dubbio che, guardando l’esperienza vissuta dal punto di vista dei ragazzi, risulta riuscito il tentativo di far rivivere la classicità non, come spesso accade nelle aule, come patria di lingue morte e “musealizzate”, di aride grammatiche fatte di spiriti dolci e aspri, leggi di fonetica e classi verbali, ma, proprio grazie all’ energia vivificante che essi sanno trasfondere nello studio, se sapientemente guidati, come stimolo a intraprendere un percorso individuale di costruzione dell’essere, come fonte di una virtus in cui la curiositas e non l’opportunità del momento sia la molla e il fondamento di una crescita complessiva, come un grande patrimonio collettivo la cui forza invincibile e immortale consiste oggi ancor più nella sua radicale irriducibilità alla logica – diffusa ormai da anni nella società e quindi anche nella scuola – dell’utilitarismo, delle “competenze capitalizzabili e spendibili” sul mercato, della competitività e del pragmatismo senza freni e senza eticità.
La cultura classica ha senso se genera intelligenza, curiosità verso la vita, occhio critico sul mondo. Sarà poi la persona, così formata e forte di un’impostazione culturale “umanistica”, varia e libera, a sapersi specializzare nella società ultracompetitiva di oggi.
La cultura classica oggi più che mai rappresenta una forza rivoluzionaria e salvifica per la società.
Prof.ssa Angela Iannuzzi, Liceo Umberto I