Anche quest’anno, nonostante l’emergenza da COVID-19, il personale docente, educativo e ATA (Ausiliario, Tecnico e Amministrativo) potrà presentare la domanda di mobilità, trasferimento in altra sede per il prossimo anno scolastico 2020/2021.
Il 23 marzo, è stata firmata l’ordinanza ministeriale che disciplina appunto la mobilità dei dipendenti della Scuola e determina le modalità di applicazione delle disposizioni del contratto collettivo integrativo. La legge infatti prevede che annualmente, oppure ogni tre anni, Ministero e Sindacati rappresentativi contrattino le disposizioni generali.
La richiesta va eseguita esclusivamente in modalità on-line, sul portale del Ministero dell’istruzione, nella sezione “Istanze on line”. Tranne per gli insegnanti di religione cattolica (IRC) che la presenteranno in modalità cartacea. Per quanto riguarda i docenti, la domanda va presentata dal 28 marzo al 21 aprile 2020. Il personale educativo (coloro che lavorano anche nei convitti e semiconvitti) dal 4 al 28 maggio 2020. Il personale ATA dall’1 al 27 aprile 2020. Gli IRC dal 13 aprile al 15 maggio 2020.
Quando si parla di trasferimento, oltre che intendere spostamento su altra scuola, distretto, comune o provincia a livello nazionale, si fa riferimento al passaggio di cattedra e/o al passaggio di ruolo. Nel primo caso, ad esempio, un docente che è abilitato all’insegnamento dell’Inglese nella scuola media, possedendo anche l’abilitazione per insegnare Francese può chiedere il passaggio di cattedra (quindi solo all’interno dello stesso ordine di scuola). Nel secondo caso, sempre come esempio, un insegnante abilitato in strumento musicale nelle scuole medie, nei casi previsti dalla legge, può chiedere il passaggio di ruolo nei Licei musicali.
Le procedure di mobilità, in generale, coinvolgono un’ampia fetta dei lavoratori della scuola. Nel 2019, le domande presentate sono state circa 130.000 e sono state soddisfatte quasi 70.000 richieste (dati Ministero). Non tutto il personale può fare istanza, ci sono determinati requisiti di accesso. Tra i quali ricordiamo coloro che hanno ottenuto il trasferimento su sede specifica lo scorso anno e non potranno ripresentare la richiesta, avendo il cosiddetto vincolo triennale. O anche i docenti vincitori di concorso 2018, per i quali è previsto un vincolo addirittura quinquennale.
In merito alla compilazione dell’istanza, molti docenti hanno lamentato grosse difficoltà. A tale proposito, la ministra Azzolina ha dichiarato che è dovere della politica semplificare e modernizzare le procedure burocratico-amministrative. Tuttavia, chi dovesse avere delle perplessità nel redigere la domanda, può sopperire con diversi strumenti messi a disposizione dal Ministero: linee guida, help desk a cura degli ambiti territoriali (provveditorati), funzione ‘delega’. Quest’ultima corrisponde alla possibilità da parte di colui che deve fare richiesta, di delegare appunto una persona di fiducia, un amico, un docente, un sindacalista. Ricordiamo, sempre esclusivamente on-line.
Nelle ultime settimane il clima tra docenti, sindacati e Ministero, si era infiammato particolarmente. Chi sosteneva andasse rinviata ulteriormente l’ordinanza ministeriale sulla mobilità, chi paventava la possibilità di annullare del tutto i trasferimenti. Altri ancora proponevano, data la condizione straordinaria in cui versa il paese, di annullare qualunque vincolo triennale o quinquennale nella sede di titolarità. Una cosa è certa: la mobilità del personale scolastico, oltre che essere un diritto, è una procedura amministrativa molto importante perché da essa, in parte, dipendono le successive operazioni riguardanti le assegnazioni provvisorie, le utilizzazioni e le assunzioni in ruolo per i precari.