fbpx
Home Arpac Spazio Ambiente La Direzione Tecnica di Arpac, 6. Catasto rifiuti

La Direzione Tecnica di Arpac, 6. Catasto rifiuti

by Flavio Cioffi
0 comment

Torniamo a parlare della Direzione Tecnica dell’Arpa Campania. E’ la volta del Catasto Rifiuti, un Settore che fornisce un quadro conoscitivo del mondo dei rifiuti fondamentale, il massimo della conoscenza in materia in Campania. Al quale, non a caso, tutti si rivolgono per avere informazioni. Ne parliamo con Claudio Marro, Direttore Tecnico, Rita Iorio, dirigente della U.O.C. sostenibilità ambientale e controlli, e con Alberto Grosso, responsabile appunto del Catasto Rifiuti.

Marro. La Sezione Regionale Catasto Rifiuti ricade all’interno dell’Unità Operativa Rifiuti e Uso del Suolo. Si occupa dell’acquisizione di dati sui flussi di rifiuti in ingresso e in uscita dalla Campania.

Iorio. L’Unità semplice suolo e rifiuti è una delle quattro unità operative che fanno parte dell’Unità complessa sostenibilità ambientale e controlli. Al suo interno c’è la Sezione catasto che è gestita da tanti anni dall’ingegnere Alberto Grosso, un settore creato ad hoc con una sua autonomia funzionale.

Entriamo nello specifico. Che cosa fa il Catasto Rifiuti?

Grosso. Si occupa di una delle attività previste dalla normativa nazionale fondamentalmente legata al Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Il MUD, che esiste dal 1994, è il sistema con il quale in Italia si realizza la tracciabilità dei rifiuti. Qualcosa di molto simile a una dichiarazione dei redditi. Quasi tutti i produttori, con alcune esenzioni, tutti i trasportatori e tutti gli impianti di gestione ogni anno devono dichiarare quanti rifiuti hanno prodotto, che tipo di rifiuti hanno prodotto, dove li hanno destinati, gli impianti devono dire da chi li hanno ricevuti, che tipo di rifiuti erano, che tipo di operazioni hanno realizzato per il loro smaltimento o recupero. Tutto questo consente a noi del Catasto di ricostruire i flussi di produzione e gestione dei rifiuti sia urbani che speciali. Lo scopo del Catasto è quello di fornire un quadro conoscitivo aggiornato sui rifiuti prodotti e gestiti, anche ai fini della relativa pianificazione. Infatti, una delle nostre principali attività è quella del supporto alla Regione per la redazione dei piani di gestione dei rifiuti urbani e speciali.

Ogni anno affluiscono alla banca dati circa 25.000 dichiarazioni sulle quali, in base alle linee guida concordate con il sistema delle Arpa, si eseguono una serie di operazioni cosiddette di bonifica dei dati. I MUD vengono presentati dai soggetti obbligati alle Camere di Commercio. Queste li raccolgono, li informatizzano e ce li girano. Noi quindi bonifichiamo questa prima banca dati grezza, eliminando le doppie dichiarazioni, gli errori nelle unità di misura e tutta una serie di anomalie che il nostro sistema informatico individua per poi poter analizzare i dati di produzione e gestione dei rifiuti ed elaborare statistiche ed indicatori.

Chi si occupa dei relativi controlli?

Grosso. Istituzionalmente i controlli sulla gestione dei rifiuti sono una competenza delle Province, che applicano anche le eventuali sanzioni amministrative. Come detto la banca dati MUD contiene errori che possono essere ricondotti a varie casistiche e che noi proviamo a correggere in fase di bonifica, tuttavia tendenzialmente i dati sono abbastanza affidabili e consolidati in quanto il sistema è strutturato in maniera tale che ci sia corrispondenza fra il formulario di trasporto di rifiuti, i registri di carico e scarico e il MUD, che altro non è che una sintesi annuale di quello che è scritto nei formulari e nei registri. È opportuno evidenziare inoltre che dal 2013, fatta eccezione per i casi indicati (comunicazione semplificata) il MUD è da farsi esclusivamente per via telematica e questo ha molto migliorato anche la qualità del dato.

Marro. Per i controlli amministrativi le Province si avvalgono comunque di Arpac per eventuale supporto tecnico. Se, per esempio, un soggetto dichiara di avere dei rifiuti non pericolosi e la Provincia ha il sospetto che non sia vero, attiva Arpac che va a controllare quei rifiuti sempre con attività di campo che sono imprescindibili.

 

 

Se dico ORSO?

Grosso. Dal 2017 affianchiamo alla banca dati MUD l’applicativo web service O.R.So. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale), attualmente utilizzato in 18 regioni italiane, nato più di 20 anni fa in Arpa Lombardia dove si trovano i server. E’ un sistema che vanta tra i numerosi vantaggi la costruzione di una anagrafica unica nazionale degli impianti e dei trasportatori e la condivisione delle competenze di tutte le Agenzie regionali che lo utilizzano. È utilizzato soprattutto per approfondimenti sul ciclo dei rifiuti urbani, vi accedono infatti i 550 Comuni campani e i circa mille impianti di gestione rifiuti della regione. Con cadenza mensile i Comuni devono inserirvi tutti i dati relativi alla produzione dei rifiuti urbani, alla raccolta differenziata, ai costi, alle isole ecologiche, al tipo di tariffazione, al compostaggio domestico. Quindi non solo i dati della produzione e gestione dei flussi, ma anche molte altre informazioni su come è organizzato il sistema di igiene urbana dei Comuni. Il nostro ufficio fornisce un supporto costante di help desk a tutti gli utenti che accedono al sistema oltre a giornate di formazione degli operatori dei Comuni e degli Impianti delegati a compilare l’applicativo. Ai fini  della certificazione dei dati ogni anno incrociamo i dati MUD e ORSO sulla base di un accordo di programma con l’Osservatorio Regionale di Gestione dei Rifiuti (ORGR). Un lavoro certosino che nessuno fa in Italia. Per ogni tipo di rifiuto e per ogni chilo di rifiuto che il Comune dichiara di aver raccolto, incrociamo il dato con quello dichiarato dall’impianto di destinazione, anche se fuori regione. Filo per filo, rifiuto per rifiuto, verifichiamo che quello che dichiara il Comune sia effettivamente arrivato all’impianto di destinazione.

Marro. Questo consente di certificare l’effettiva percentuale di raccolta differenziata Comune per Comune che poi viene pubblicata ogni anno sul sito del ORGR.

Se individuate delle criticità?

Le segnaliamo all’Osservatorio regionale, che scrive ai Comuni. Quest’anno sono state scritte 135 pec a 135 comuni per segnalare errori e chiedere verifiche.

Cosa vuol dire PCB?

Grosso. Indica una sostanza organica persistente, riconosciuta cancerogena, per la quale esiste una specifica normativa dal 1999. Tutti i possessori di apparecchiature elettriche in funzione contenenti PCB, perlopiù cabine elettriche e trasformatori, dovevano dichiararne il possesso e tutte le apparecchiature con concentrazioni di PCB sopra una certa soglia dovevano essere dismesse entro il 31/12/2009. Noi gestiamo l’inventario delle apparecchiature non ancora dismesse, attualmente circa 550 di cui la gran parte posseduta da Enel, e rendicontiamo alla Commissione europea tramite ISPRA. A giugno 2023 è entrato in vigore un nuovo regolamento europeo che ha posto nuovi obblighi in merito alla dismissione entro il 2025 delle apparecchiature anche con basse concentrazioni di PCB.

E CGR?

Grosso. Catasto Georeferenziato degli impianti di gestione Rifiuti autorizzati in Regione Campania, di ognuno dei quali abbiamo le coordinate geografiche e gli atti autorizzativi.

Marro. Contiene informazioni su chi è autorizzato a gestire i rifiuti e al tipo di operazioni recupero o smaltimento consentite. Informazioni fondamentali per eseguire i controlli, perché rappresentano una sorta di carta di identità di ogni impianto.

Quali sono i vostri principali clienti, per così dire?

Grosso. In primo luogo ISPRA per la redazione dei Rapporti Rifiuti Urbani e Speciali. Poi la Regione Campania alla quale dal 2008 forniamo il supporto tecnico scientifico per la redazione dei Piani regionali dei rifiuti urbani e speciali. Quindi gli organi di controllo, che ci chiedono i dati a supporto delle attività di campo. Le università, campane e non solo. Con il Politecnico di Milano collaboriamo infatti spesso, anche sotto il profilo scientifico. E, ovviamente, i cittadini, che possono accedere liberamente alla nostra banca dati. Tra le attività nate negli ultimi anni, va segnalata quella connessa alla convenzione Ispra/Arpac, di cui sono referente dal 2019. Il Ministero dell’ambiente si avvale di Ispra per il monitoraggio e il controllo della gestione dei rifiuti, tramite una convenzione. Ispra a sua volta ne ha sottoscritta una con tutte le Agenzie, quindi anche con Arpac, sulla base della quale vengono garantiti ogni anno un numero minimo di controlli sugli impianti, che in Campania sono 27. Abbiamo anche una convenzione con il Consorzio Nazionale per il Recupero delle Plastiche, al quale forniamo un’analisi dei bilanci di materia dei 40 impianti campani convenzionati con il Consorzio. Poi partecipiamo a convegni, facciamo informazione nelle scuole, ci occupiamo di educazione ambientale. In questo quadro, per noi la comunicazione è importantissima per diffondere la conoscenza sul ciclo dei rifiuti in Campania.

 

Puntate precedenti: