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Kamala Harris? Yes, She Can

I primi giorni della Convention Dem

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She è ovviamente Kamala Harris, già Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, ora candidata alla poltrona più potente ed influente del mondo dopo la rinuncia a ricandidarsi del Presidente Biden. Terza giornata della grande kermesse Dem che si sta svolgendo a Chicago. Iniziata lunedì scorso, si concluderà giovedì, domani.

Le grandi convention politiche USA dei Repubblicani e dei Democratici servono per energizzare la base dei partecipanti a sostenere con convinzione i candidati prescelti per la presidenza. Ora è la volta dei Dem. Memori della Convention caos di Chicago del 1968, le misure di sicurezza sono state draconiane. Doppio sbarramento metallico con uno spiegamento di polizia enorme per evitare eventuali proteste contro il supporto Dem ad Israele e contro gli scontri di Gaza.

La convention Dem è iniziata lunedì sera con un mesto ma molto orgoglioso messaggio di ringraziamento e di addio di John Biden. Ha sottolineato i suoi successi presidenziali. Indubbi. Dalla lotta al Covid, all’input dato alla economia, alla creazione di posti di lavoro, al sostegno all’Ucraina, all’impegno per il cessate il fuoco a Gaza. Tuttavia, a fronte di questi indubbi successi la sua è stata una presidenza che non ha saputo valorizzare i successi ottenuti. Fattore, l’età di Joe Biden. Il leader politico in America deve trasmettere non solo una sua visione politica, ma anche e forse soprattutto una carica energetica per una nazione giovane, sempre più disincantata dalla politica. L’intervento di Biden è stato per certi versi toccanti. Ha ricordato il suo impegno di servire la Nazione e di anteporre sempre gli interessi del popolo americano ai suoi privati. L’uscita di scena non è stata una semplice passeggiata per il Presidente Biden, ma i sondaggi elettorali lo vedevano perdente contro Trump quasi in ogni Stato, poi la pessima uscita durante il faccia a faccia televisivo con Trump. Dissonanze cognitive, balbettamenti, impaccio nel rispondere alle domande degli intervistatori. Tutte queste lacune hanno spinto l’establishment Dem, guidata dalla speaker Nancy Pelosi a parlare chiaramente al Presidente e convincerlo che era in ballo la perdita della Presidenza Usa. Largo allora a Kamala Harris. Biden l’ha lanciata e la sosterrà. Finito il discorso, il Presidente e la moglie Jill sono volati in California. Vacanza programmata. Rimanere a Chicago sarebbe stato penoso e doloroso per un politico che ha servito il Paese che ama per oltre 50 anni.

Ora i riflettori su Kamala Harris, che giovedì sera, a notte inoltrata italiana, accetterà la candidatura Dem alla Presidenza USA e lancerà il suo programma elettorale, in parte già noto.

Intanto ieri sera apoteosi per la famiglia Obama. Prima la ex First Lady Michelle Obama, poi l’ex Presidente Barack Hussein Obama hanno lanciato la volata a Kamala Harris. Michele Obama, con un discorso pieno di passione ed impegno civile, ha ricordato la comunanza di valori con i quali sono state educate lei e Kamala Harris. “Non lamentarti. Muoviti e fai qualcosa”. Questo mantra è stata la mia forza e la forza di Kamala Harris. Nessuno le ha regalato niente. Tenacia, valori e perseveranza l’hanno portata alla vicepresidenza USA ed ora la porteranno alla Casa Bianca. Kamala, ha ribadito Michelle Obama, ha costruito la sua carriera giorno dopo giorno con integrità e con il desiderio di servire il Popolo americano. Ora è il momento di votarla ed eleggerla alla Presidenza USA. Gli Obama sono dei grandi oratori, leaders ancora capaci di emozionare e energizzare il popolo Dem. Sono loro i grandi sponsor mediatici di Kamala Harris.

Questa sera toccherà a Bill Clinton ed alla grande stratega politica Nancy Pelosi. Capace come poche persone nella storia politica americana di muoversi nelle intricate maglie politiche di Washington e con un preciso obiettivo politico: impedire a Donald J Trump di ritornare alla Casa Bianca. Se gli Obama hanno trasformato lo slogan politico Yes We Can in Yes She Can, Nancy Pelosi ha sgombrato al strada politica di Kamala Harris da risentimenti interni al partito sulla sua candidatura. Un passo alla volta verso la consacrazione di Kamala Harris, attendendo la sua performance mediatica e la sua visione politica per l’America del terzo millennio, divisa politicamente più che mai, incerta sulla sua futura politica estera ma con una ricchezza interna ed una economia che viaggiano a gonfie vele. Ma soprattutto con un forte risentimento interno tra aree rurali e centri urbani.

Nonostante la grande energia della Convention Dem, i mega endorsement dei big del partito, la partita presidenziale a settanta sei giorni dal voto è aperta. La campagna elettorale per la conquista dei voti degli indecisi negli Stati chiave inizierà da venerdì 23 agosto.