Il fronte ambientalista in Italia non è mai stato davvero compatto, anzi forse non è mai davvero esistito. Né a livello della politica né dell’associazionismo. Ma con l’insediamento del governo di destra e le posizioni espresse dal sottosegretario Sgarbi a difesa del paesaggio, contro (si fa per dire) le rinnovabili, il confronto è diventato rottura. Giudicate voi stessi dal tenore del seguente comunicato stampa di ieri, 9 dicembre 2022, di Italia Nostra.
“Italia Nostra ha rotto ogni accordo con l’ideologia rinnovabilista di Legambiente, WWF e Greenpeace, cui oggi si aggiunge inopinatamente il FAI che fu di Giulia Maria Crespi, a partire dal 2005, quando firmarono l’accordo con l’ANEV.
Italia Nostra, come sempre, sta con il MiC, con le Soprintendenze e con il sistema di tutela che ha governato per oltre un secolo la trasformazione del nostro piccolo Paese da agricolo a prettamente industriale. Oggi Italia Nostra non può che sostenere l’indirizzo politico del Ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario Vittorio Sgarbi, i quali cercano la strada per salvaguardare ciò che rimane del paesaggio italiano – le campagne, le coste, i monti e i centri storici – dopo la trasformazione industriale. Ricordiamo inoltre che l’Italia è uno dei paesi più virtuosi d’Europa e con una bassa impronta carbonica: una condizione che rende sospetta e incomprensibile la fretta di installare 70 GW di rinnovabili proprio sul nostro territorio.
L’Associazione è per la pianificazione e comunque favorevole al fotovoltaico da installare su: i tetti dei capannoni industriali (circa 700.000 secondo il WWF); le aree degradate da bonificare, corrispondenti a circa 9.000 kmq; i tetti degli edifici pubblici e privati al di fuori dei centri storici, circa 760 kmq; cui vanno aggiunte tutte le aree di manovra, parcheggio e stoccaggio”.