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Irene Papas. Θέλω να πω αντίο.

by Piera De Prosperis
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Anche Irene Papas, la Penelope della nostra infanzia, è andata nell’Ade, a raggiungere tutti coloro che negli ultimi tempi stanno chiudendo le colonne d’Ercole del ‘900 per fare spazio ai giovani o ai meno vecchi.

Adottata dall’Italia, dove fu esule, in un periodo politico di grande difficoltà per la Grecia quando la giunta militare dei colonnelli prese il potere, instaurando dal 1967 al 1974 un regime repressivo di impronta fascista, Irene Papas rappresentò per noi, con i suoi lineamenti classici, la bellezza greca che non intendeva sottomettersi alla violenza.

Nel suo volto si riconosceva armonia e proporzione, manifestazione di una compostezza interiore, senza la quale l’esteriorità non ha alcun valore. Ovale dai lineamenti morbidi, mento arrotondato, naso diritto, labbra carnose, occhi grandi ed espressivi, chi meglio di lei avrebbe potuto interpretare la Penelope dell’Odissea televisiva? Trasmesso dalla Rai nel 1968, lo sceneggiato ebbe un grandissimo successo sia per la spettacolarità inusuale a quei tempi, sia per la presenza di attori particolarmente adatti al ruolo, come la Papas, sia per l’introduzione che ad ogni puntata Giuseppe Ungaretti faceva dell’episodio. La sua voce stentorea, la capacità mimica, le incredibili doti attoriali facevano di quel momento iniziale uno dei più attesi dagli spettatori. Ricordo il fascino che emanava da quel vecchietto che nel leggere in greco i versi cresceva a dismisura occupando tutto il piccolo schermo. L’importanza delle immagini che avremmo visto erano anticipate, preparate, ampliate dalla ricchezza del testo greco letto da un grande poeta. Cosa si poteva volere di più.

Il legame viscerale della Papas con la tradizione della sua terra martoriata si rivela anche nelle prove attoriali negli adattamenti delle opere teatrali di Euripide, diretti da Michael Cacoyannis, in particolare Le Troiane, in cui era Elena, e Ifigenia in Aulide, in cui interpretò Clitennestra. E fu proprio Cacoyannis a scegliere Irene Papas per la parte che l’avrebbe resa diva leggendaria sul grande schermo: quello della vedova in “Zorba il greco” (1964), film basato sull’omonimo romanzo di Nikos Kazantzakis, con Anthony Quinn come protagonista principale, la colonna sonora composta da Mikīs Theodōrakīs e la presenza del componimento sirtaki, la ‘Danza di Zorba’, che in seguito alla fama riscossa in Grecia divenne una danza popolare.

Ha recitato in oltre 70 film tra cui Z, l’orgia del potere del ’69, uno dei più famosi film politici del mondo: grande successo di pubblico in mezza Europa, 2 premi a Cannes, Oscar 1969 per il miglior film straniero e per il montaggio. Qui Irene Papas era Helene, moglie del deputato Yves Montand.

I suoi personaggi sono stati sempre di forte temperamento e di chiaro schieramento politico, una donna moderna che dava l’idea, riuscendoci, di essere indipendente e libera. Un esempio di donna del ‘900. Voglio solo dirle addio. Θέλω να πω αντίο.

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giovanni d'amato 16 Settembre 2022 - 10:37

GRANDE, GRANDE, GRANDE. INDIMENTICABILE | ADDIO IRENE PAPAS.

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